Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film
Un film dai forti contenuti dispopici, compromesso da una regia troppo pretenziosa e da recite non sempre all' altezza.
La sapevate che un' aragosta (lobster, in lingua inglese) puo' vivere oltre cento anni, di piu' di un pappagallo Ara, di un elefante, di una tartaruga? e che alcuni anni or sono un distinto signore del Connecticut, entrato in un ristorante, chiese di poter acquistare un' aragosta di 80 anni per poterla liberare e salvare da sicura morte, bollita viva in una pentola?
Cronaca e statistiche a parte, il film di cui ci occupiamo (The Lobster ) diretto dal regista greco, debuttante in lingua inglese, Yorgos Lanthimos, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, ci trasporta in un (speriamo) non tanto prossimo futuro distopico, immaginario quanto invivibile, in cui le persone ''single'', secondo i dettati della citta', vengono trasferite in un attrezzatissimo centro dove sono costrette a trovare, entro 45 gg., la propria anima gemella: se falliscono, saranno trasformate in un animale, a loro scelta. E quale animale scegliera' il nostro protagonista, David ( un mediocre Colin Farrell)? proprio un' aragosta che piu' longeva non si puo'. Ma, quando David fallira' la prova, sara' costretto a fuggire nel bosco, tra i solitari, dove incontrera' e si innamorera' di una affascinante donzella (la bella Rachel Weisz), violando di nuovo le regole del ''gioco''. La leader del gruppo (Lèa Seydoux) se ne accorge, e fa accecare la donna. David si ribella, consuma la propria vendetta, e poi scappa in citta' con l' amata, entra insieme con lei in un ristorante, va in bagno, e con la punta di un coltello tenta di accecarsi a sua volta, in modo da condividere con la sua donna la medesima, tristissima condizione. Fine.
Vincitore a Cannes (2015) del premio della giuria al regista Lanthimos, il film e' lodevole nell' intento, crediamo, di mostrare a chiari lettere l' impossibiita' del genere umano di ribellarsi ai poteri forti, fatta salva la scelta di sopportare indicibili sacrifici e sofferenze. Anche il futuro dei rapporti di coppia diventa materia di attenta riflessione, analisi, traduzioni, di sicuro interessante; tuttavia, il film, dopo un' ora di proiezione, appare monotono, prevedibile e noioso, sicche' gli intenti, anche quelli piu' ricercati, finiscono per tradire un eccesso di leziosita' che ha la meglio sullo sviluppo del racconto. Insomma, un' opera ardita nei contenuti e propositi di chi l'ha realizzata, ma supponente e non poco pretenziosa nella forma.
Rachel Weisz ci e' apparsa nettamente piu' in forma e ''nella parte'' rispetto a un pavido, monocorde ed improvvisato Colin Farrell, della regia si e' detto.
Titolo: The Lobster; genere: distopico, grottesco, immaginario; durata: 119 min.; con Collin Farrell (voto: 4); Rachel Weisz (voto: 6,5); Lèa Seydoux (voto: 6,5); regia di Yorgos Lanthimos (voto:6); produzione: Grecia, Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi; Francia. Giudizio complessivo al fim: sufficiente (si poteva fare di piu'); voto: 6.
Recensore: Mario Grippo/ Milano
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