Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film
Un uomo entra in un albergo-prigione nel quale i singles hanno 45 giorni per accoppiarsi, oppure per darsi alla macchia nelle foreste circostanti ed essere brutalmente cacciati. E quindi trasformati in animali. L'uomo, trascorso quasi del tutto il periodo, sceglie una ragazza - in verità inadatta a lui - con cui fare coppia e per un po' la farsa dura; scoperto, però, dovrà fuggire nelle foreste.
Ritorna il greco Lanthimos, a 4 anni di distanza da Alps (2011), 6 da Kynodontas (2009) e ben 10 dal precedente Kinetta (2005): e ritorna con un film assolutamente identico ai suoi tre precedenti lungometraggi. The lobster, per quanto sia il suo primo film girato in terra estera (irlandese, nello specifico) e con un cast di rilevanza internazionale, per quanto abbandoni l'estetica un po' retrò (la pellicola sgranata, le luci 'veriste', per es.) dei lavori passati, non si distanzia nei contenuti di un solo millimetro da quanto già esposto fin qui dal regista e dal suo fidato co-sceneggiatore Efthymis Filippou. I rapporti fra massa e individuo, le relazioni sociali (in particolare quella di coppia), la finzione del quotidiano, l'impegnativa recita cui siamo sottoposti in ogni istante e in ogni situazione per poter sopravvivere: i temi sono questi, The lobster è tutto qui - fosse poco, ok - e la sua struttura narrativa sfilacciata e spesso intangibile, imponderabile è un altro marchio di fabbrica caratteristico di Lanthimos. Forse, anzi, questo è il suo film più compiuto dal punto di vista della narrazione, ma ciononostante risulta volutamente colmo di falle logiche e falsi indizi, con un finale magistralmente aperto che lascia la parola allo spettatore. Fra gli interpreti: Colin Farrell, Rachel Weisz, John C. Reilly, Angeliki Papoulia e Ariane Labed, queste ultime due già presenti in altri lavori del regista, del quale la Labed è peraltro moglie. 5/10.
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