Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film
The Lobster è ambientato in un futuro distopico, in cui i single sono obbligati dalle norme di una società oppressiva a ri-accoppiarsi in breve tempo, pena una grave punizione: la trasformazione in animali. Per questo il protagonista David (Colin Farrell) viene inviato in un tetro albergo, dove i single vengono mandati perché trovino al più presto l'anima gemella con cui costruire una nuova coppia; se non ci riescono entro il termine di 45 giorni, vengono tramutati in un animale di loro scelta (David sceglie l'aragosta, da cui il titolo del film, per via della sua longevità e fertilità). L' unico modo di guadagnare più tempo è abbattere un “solitario”, cioè un ribelle alle norme intransigenti che impongono l'accoppiamento: a questo fine vengono organizzate per gli ospiti dell'hotel battute di caccia nei boschi per stanare e colpire questi individui antisociali. Nell'hotel David incontra altri due uomini single, interpretati da John C. Reilly e Ben Whishaw, intrappolati in questo assurdo gioco delle coppie. Insieme dovranno partecipare ai ridicoli rituali di corteggiamento e alle penose “dimostrazioni” proposte dalla direttrice dell'albergo ai suoi impauriti ospiti, che per evitare la pena prescritta tentano in ogni modo di trovare un partner, scegliendo preferibilmente in qualcuno che condivide un proprio stesso difetto. Pur di evitare di essere trasformati in animali, un espediente può essere quello di fingere un'inesistente passione, come fa David con l'agghiacciante “donna senza cuore”, ma le cose sono destinate ad andar male.
Di fronte all'impossibilità di conformarsi alle aspettative di questo folle sistema totalitario, David sceglie infine la ribellione e la fuga dall'hotel, per unirsi proprio ai ribelli “solitari” che vivono braccati nei boschi, capitanati da una giovane e combattiva leader (Léa Seydoux). Il beffardo destino del protagonista è trovare anche qui un sistema totalitario e oppressivo, che per malsana ferocia non ha nulla da invidiare a quello da cui è appena sfuggito, seppur basato su una opposta “ideologia”: tra i solitari, infatti, ogni relazione sentimentale è bandita e per chi trasgredisce, anche semplicemente flirtando, sono previste pene crudeli e disumane. Per ironia della sorte, David, fuggito dall'hotel proprio perché non riusciva ad interessarsi ad una compagna, giunto nei boschi si innamora, ricambiato, di una delle ribelli, interpretata da Rachel Weisz. I due innamorati scopriranno qual è il prezzo di violare le folli regole che la società ribelle impone ai suoi membri, che si rivelano tanto assurde quanto quelle dell'hotel, così come la leader persino più spietata della direttrice.
The Lobster è una commedia nera, surreale e angosciante, destinata a dividere profondamente il pubblico tra chi la odierà e chi ne rimarrà conquistato. Io, che per la prima volta mi avvicino all'opera del regista greco Yorgos Lanthimos, appartengo alla seconda categoria. Ho trovato geniale come Lanthimos abbia costruito il grottesco mondo in cui ci trascina, che ci spiazza con la sua crudeltà feroce e insensata, sempre però strappandoci (amare) risate col suo brillante humor nero, poi inaspettatamente ci commuove con una storia d'amore di profonda tenerezza, e di colpo ci spiazza ancora terrorizzandoci e angosciandoci. E tutto questo, a livello più profondo, per farci riflettere sulla società in cui viviamo, sulle pressanti aspettative altrui con cui tutti dobbiamo confrontarci, sulla “spontaneità” delle nostre relazioni sociali a cominciare da quelle sentimentali, sulla possibilità della libertà individuale, sul senso di una ribellione alle norme oppressive che finisce (inevitabilmente?) per sfociare nella costruzione di un'oppressione equivalente e e speculare.
Lo splendido cast, composto da attori famosi certamente avvezzi ad apparire in pellicole dalla fattura più tradizionale, si presta con entusiasmo a partecipare al gioco del regista. Colin Farrel quanto mai lontano dai suoi ruoli hollywoodiani si rivela straordinariamente efficace come protagonista, ma anche la terrificante Léa Seydou e la commovente Rachel Weisz strappano applausi, per non parlare dell'attrice (a me purtroppo sconosciuta) che interpreta la mostruosa “donna senza cuore”.
In tutta la sua “stranezza”, un gioiello di film.
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