Regia di Justin Kurzel vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2015 - CONCORSO
Dal regista dell'apprezzato Snowtown, Justin Kurzel, regista e sceneggiatore australiano classe 1974, arriva nelle sale francesi, dopo la presentazione in Concorso a Cannes 2015, una ennesima riproposizione cinematografica di una delle più cupe ed efferate tragedie shakespeariane. Una versione nobilitata da un cast superlativo che trova in Michael Fassbender e Marion Cotillard due interpreti, seppur davvero poco anglosassoni, talmente bravi ed in parte da convincerci appieno.
Cieli rosso fuoco sovrastano vallate verde smeraldo di una Scozia trascinata in fondo ad un Medioevo buio e terrificante, dove le guerre contribuiscono a sterminare chi non muore di stenti per carestie o malattie incurabili e pestilenziali.
Il condottiero Macbeth risulta trionfatore nella battaglia decisiva per la cacciata dei nemici norvegesi ed irlandesi, e, nonostante il massacro che ha fatto seguito allo scontro, il valoroso combattente può far ritorno al suo castello, passando prima a ricevere le lodi da parte del suo re Duncan. Prima dell'incontro Macbeth incontra per strada tre streghe che lo ammaliano predicendogli l'immortalità e il suo glorioso futuro di re. Circostanza a cui l'eroe non può smettere di pensare, incalzato tra l'altro dalle mire e dai calcoli di sua moglie, appena ripresasi dal lutto in seguito alla perdita del figlioletto neonato.
La vendetta tramata fa posto all'azione, il re viene ucciso, Macbeth si impossessa della corona con uno scaltro stratagemma che fa ricadere la colpa dell'agguato su alcuni dei membri della guardia del re, assolutamente innocenti ed ignari di tutto.
E siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, la tragedia lascerà il posto ad una sciagura ancor più grande che scongiurerà per sempre la supposta immortalità di quello che un tempo era un valoroso e fedele condottiero, sporcato dalle mire di gloria malsane e tentato da una moglie folle di dolore, e da tre regine della malvagità.
Kurzel accentua i toni ed i colori accesi, fa scorrere il sangue come in un horror senza rinunciare alla solennità che è opportuna in una trasposizione da una tragedia shakespeariana. Le streghe tentatrici appaiono come tre zombies maliziosi ed infingardi, mentre Lady Macbeth racchiude dentro di sé il dolore di una madre inconsolabile ed il desiderio di rifarsi progettando delittuosi sogni di gloria: Marion Cotillard, col suo inglese perfetto, è stupefacente a rappresentare le due facce della follia-cattiveria, e della dolcezza e vulnerabilità di un pentimento tardivo, quando il massacro più atroce disposto ai danni dell'intera famiglia del valoroso e fedele MacDuff.
Solennità ed atmosfera sanguigna e perversa, assieme a valide scene di combattimento al ralenti quasi esasperato, sono i pezzi forti e più suggestivi di una trasposizione non proprio indimenticabile, ma senz'altro glamour, ad alto tasso di erotismo e in fin dei conti
piuttosto riuscita, in cui l'interpretazione virile e maschia di Michael Fassbender, possente nel fisico come nella voce, finiscono per appassionare e rendere più uomo e quindi almeno a tratti più umanamente accettabile, una figura ferina e vendicativa che in realtà nasconde dentro di sé la dannazione più esasperata e senza possibilità di redenzione.
Impeccabile pure il resto del cast, stavolta quasi tutto anglosassone doc, tra cui cito senza esitare David Thewlis nel ruolo del re Duncan, Sean Harris in quello del fedele MacDuff, e Paddy Considine in quelli del guerriero valoroso Banquo.
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