Regia di Leigh Janiak vedi scheda film
Un giovane coppia di sposini, carini e briosi (sin troppo loquaci), si reca in luna di miele nei boschi canadesi ameni ove la moglie trascorse sereni periodi di vacanza estiva con la famiglia: la coppia infatti decide di soggiornare nella vecchia baita della famiglia di lei, rimasta intatta al passare del tempo.
Ben presto alla spensieratezza che accompagna la coppia, suentra un clima di incertezza, favorito dall'incontro, in apparenza fortuito, che la coppia fa con un coetaneo della zona, abitante pure lui in una casa isolata: un vecchio amico d'infanzia della ragazza, con cui forse ella condivise un antico flirt adolescenziale; ora l'uomo è sposato con una ragazza dall'apparenza scontrosa ed impaurita, e i suoi atteggiamenti nei confronti della coppia, specie con il ragazzo, sono piuttosto improntati alla freddezza, se non ad unavera e propria ostilità.
Sta di fatto che una sera la sposina scompare, e dopo affannose ricerche, il marito la ritrova in mezzo alla boscaglia, nuda, impaurita, senza memoria, come in preda ad un attacco di sonnambulismo. Seguiranno nei giorni successivi una serie di comportamenti sempre più embematici e scostanti da parte della donna, che infonderanno sospetti sempre più sconvolgenti nella mente del suo compagno. Senza contare che sul corpo della donna si manifesteranno segni inquietanti, macchie, lividi, sanguinamenti improvvisi accompagnati da un atteggiamento tranquillo e compassato della donna che incute ancora più inquietudine agli aoochi sconcertati del giovane marito.
Necessitano circa 25 minuti di logorroico dialogo di coppia per consentire alla regista esordiente Leigh Janiak di venire al nocciolo del discorso, o almeno ad innescare la via del thriller: un pò troppi in effetti per non spazientirci, almeno a tratti. Poi certo il film, del quale sarebbe scorretto anticipare ulteriori dettagli, si consuma e organizza la sua storia come in una (inutile) riproposizione de L'invasione degli ultracorpi, frutto di un ottimo capostipite e due validi remake d'autore (Kauffman e Abel Ferrara) carichi di tensione, alternati a situazioni e logiche comportamentali che rimandano al cinema di Haneke.
Un pò troppo richiamo a fonti sin troppo alte, dunque, o comunque troppa carne al fuoco, disposta un pò ingenuamente fino ad uno sviluppo che non ci crea mai vere emozioni in corpo.
La direzione tecnica e la costruzione delal storia tuttavia appaiono mediamente efficaci per il crescendo di suspence che indubbiamente il film sa portarsi dietro, fino ad un finale sospeso che dà (troppe) poche risposte rispetto agli interrogativi che alimenta.
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