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Pasolini

Regia di Abel Ferrara vedi scheda film

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La recensione su Pasolini

di Mulligan71
8 stelle

Diciamolo subito: questo è il più bel film su Pasolini che sia mai stato fatto. Abel Ferrara era l'unico regista, oggi, in grado di realizzare un ritratto così bello, intimo, per nulla urlato, per nulla costruito a tesi, lontano dalla retorica che ha seppellito PPP negli anni e, prima qualità su tutte, sincero, da artista a artista, senza mediazioni di sorta. Il cinema di Ferrara è sempre più libero e anarchico, "accattona" il suo budget fra tre paesi, la Francia, il Belgio e, naturalmente, l'Italia, ed è davvero un omaggio all'uomo Pasolini, sopra tutto e sopra qualunque altro discorso: un Pasolini ritratto nell'ultimo giorno di vita, nella sua casa romana, illuminato da una meravigliosa alba su Roma e spento, scuro, fradicio di mare e di morte, nelle ultime inquadrature. Un Pasolini incarnato in maniera sublime da un Dafoe sempre più creatura e nemesi dello stesso Ferrara, che sorride poco, già sentore della disperazione che seguirà, del crollo, già in corso, della società italiana, un Pasolini che racconterà le sue ultime apocalittiche profezie a Furio Colombo, nell'ultima intervista, resa quel pomeriggio del 2 novembre 1975. Un Pasolini presago di morte, ma ancora proiettato verso il suo nuovo film, di cui si racconta la sceneggiatura, negli unici momenti un po' meno riusciti, ovvero quelli in cui Ferrara prova a incastonare quel film mai girato, dentro il corso della giornata di Pà: immagini ricostruite dal regista italo americano, chiaramente frutto di una sua personale visione. Ma Ferrara è anche questo, anzi, è soprattutto questo, un regista visionario e poetico, estremo e sensibile, un ragazzo di strada, seppure del Bronx, un emarginato come lo fu Pasolini in quegli ultimi anni di vita. E allora chi meglio di lui, per arrivare al cuore misterioso di Pier Paolo? Non cercate la perfezione, qui non c'è: qui c'è materia viva e viscere e gli occhi straordinari di Adriana Asti, madre di Pasolini, che tutto piangono e tutto urlano.

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