Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l'erba, la gioventù. L'amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro.
-- Pier Paolo Pasolini
Sono passati giusto 39 anni da quando la "puerile" voce di Pasolini si è spenta in un nefando campetto periferico.Divorata da se stessa,da quel cercare il credo nella vita in giovani corpi,nella scrittura,nel respiro stesso e nell'urlo di dolore per un antico mondo oramai scomparso.Il suo amore per la vita si è infranto sulla barriera di un oscura burocrazia,nella negligenza e nel grigio isolamento che pervadevano un intellettuale scomodo e illuminato,forse l'ultimo grande "crociato" del 900.Di lui ci rimangono le immagini,il viso scarno,il corpo asciutto e la sottile voce,oggi tramandati su youtube a mo' di messaggio lungimirante o profetico.E poi rimangono i suoi scritti,pervasi dall'acuto polemismo che è proprio dei poeti,rimane l'ostilita' e l'arte dei suoi film......Pasolini è l'immagine,icona stessa del rivoluzionario contro i sistemi,anche se l'idroscalo di Ostia restitui' di lui poveri e lacerati resti, la sua voce continua a parlare,illuminata e profetica,nel nostro amaro presente del quale egli ci voleva solo avvisare,svegliando le nostre addormentate coscienze......
Oggi il "maledetto" Abel Ferrara ci restituisce la scarna figura del poeta illuminato,nel corpo mimetico di un grande Willem Dafoe,è un Pasolini piu' umano,non retorico men che meno agiografico.E' un regista scrittore ripreso nel quotidiano,"randagio" ma accolto nel calore di una famiglia che lo adora."Pasolini" di Abel Ferrara non si pone come manifesto ideologico,pur riprendendone gli amari periodi,guarda piu' in la',bisbigliandone o cantandone opere incompiute,stralci di "Petrolio" o di "Porno Teo Kolossal",passando per violente fellatio in angoli di borgata,alla ricerca dell' "amore".il "Pasolini" di Ferrara è la quotidianita' di un intellettuale,i suoi angoli,i suoi umori,le scomode interviste,è un cinema "prosaico", diretto e spontaneo nel lanciarci gli ultimi sussulti di vita di un grande del 900.
Un opera pervasa di finalita' imminente e amara,di un artisticita' purtroppo incompiuta,che non "affonda" i colpi,non spiega e descrive,restituendoci pero' immagine e "voce" di un icona moderna.Ferrara ci parla dell'uomo,dell'arte e dell'intelletto rimangono i "sogni",pensieri tramandati da un Olivetti "lettera 22".Scritti e abbozzi che rimangono su una scrivania,di cui "vediamo" il feticcio Davoli/De Filippo accompagnato da Scamarcio/Davoli (!) alla ricerca dell'utopica "verita' ".Stelle comete,Babele contemporanee,utopie impensate e burocrazie scomode,sesso "tollerato" e intollerato,il mondo Pasoliniano secondo il verbo di Ferrara non è un compromesso cronachistico,ma è avvicinamento alla vita stessa.
E' un immagine trasfugata,fotografia di un ultimo giorno,dall'amara intervista con Furio Colombo ai ciclici dettagli di un vagabondaggio in borgata.Il cinema di Ferrara si pone con consueto realismo alla lacerazione delle idee, in linea col protagonista che divide e unisce,fa discutere,cantando poemi lirici e pop d'annata,decantandone l'amaro destino,piombando nel notturno di una borgata,dove i corpi si amalgamano nei "riccetti" da lui tanto amati.Ferrara scaglia l'icona "pasoliniana" nel vigore dei suoi pensieri,nella violenza di una solitudine mai scontata,di un isolamento mai cercato,come anticamera di un imminente morte.Sono momenti toccanti che rimangono sottopelle,amari e soffusi,nevralgici nei colpi che il poeta subisce o nelle strazianti urla materne.....La Roma "settantiana" di Ferrara diviene come un oscura "New York" tesa e degradata,dove pugni e calci sono reali e fanno male,fanno male perchè uccidono una "voce",un corpo,che è stato l'ultimo a poter "urlare" il coraggio delle sue idee.......
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