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Pasolini

Regia di Abel Ferrara vedi scheda film

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La recensione su Pasolini

di EightAndHalf
7 stelle

"Scandalizzare è un diritto. Essere scandalizzati è un piacere". Un po' una frase ad effetto, da mettere ad hoc nella copertina della nuova impresa di Abel Ferrara. Un po' un piccolo appiglio dal punto di vista tematico, una grande semplificazione del complesso teorema che è questo esperimento Pasolini. Piacerà a tutti definirlo un film innanzitutto di Ferrara, relativamente lontano dal vero Pasolini: la realtà è che più che rincorrere la somiglianza alla realtà, Pasolini cerca di riproporre le problematiche pasoliniane ricordando la loro attualità e smuovendole da quell'oblio in cui hanno rischiato di sprofondare. Un film, quello di Ferrara, che sembrerebbe di stampo classico, se non fosse diretto da un vero autore come il regista italoamericano, in grado di creare un suo stile senza vezzi né stratagemmi né furbizie di vario genere. Il suo film (come i suoi ultimi film, riusciti o meno) spira sincerità da tutti i pori, non offre alcun tipo di consolazione, getta l'essere umano in una desolazione esistenziale tipicamente ferrariana e offre una nuova occhiata al grande regista italiano (che però amava registrarsi e presentarsi come "scrittore", ché il Cinema per lui, ricordiamolo, era un'estensione popolare della letteratura). C'era bisogno di questa nuova "occhiata"? Sì, necessariamente.

 

Willem Dafoe

Pasolini (2014): Willem Dafoe

 

Non è facile raccontare e ridurre a parole il lavoro immenso di Ferrara. In questo film non c'è semplice arida filologia, o scandalo premeditato fine a se stesso. Non ci sono luoghi comuni, non ci sono scelte stilistiche inappropriate. Non trionfa un prevedibile senso di fastidiosa nostalgia. Non si sfiora mai il ridicolo, non si sente niente fuori posto. Non ci sono ovvie impennate stilistiche che possano costituire scene madri facili a riconoscersi per lo spettatore. Non ci sono appigli. Non ci sono balorde sperimentazioni che permettano a Ferrara di mostrarsi come un "autore": non c'è autoreferenzialità, non c'è mancanza di rispetto per una figura del calibro di Pasolini, non ci sono i pericolosissimi difetti del biopic (trascorriamo una brevissima quantità di tempo, così come in 4:44 Last Day on Earth, così come in Welcome to New York). Non ci sono ammiccamenti invadenti, non ci sono pungente autorialità, spiegoni esagerati, rivelazioni che pretendono di affiancarsi alla verità storica (anzi, si dimostra che Pasolini è qui ed ora, e non è Storia, non ancora). Non ci sono tempi morti, non c'è tedio. Non ci sono disattenzioni, da parte di Ferrara e da parte dello spettatore. Non c'è consolazione. Siamo tutti in pericolo. C'è solo la triste realtà dello stare al mondo, e tutte le sovrastrutture che da sempre hanno impedito la libertà.

 

scena

Pasolini (2014): scena

 

Cosa sarebbe rimasto a Pasolini, se tutto ciò che criticava come per magia fosse scomparso? Sarebbe rimasto tutto, lui stesso, il suo vivere, il suo vivere nel mondo, il suo lavoro, quello che avrebbe fatto anche rimanendo l'unico essere umano sulla Terra, perché gli piaceva, perché lo faceva per se stesso. Il cinema di Pasolini non era semplicemente distruttivo, era essenzialmente "pulitore", toglieva il velo di Maya dagli occhi dell'essere umano e gli ricordava cos'era veramente (fin da Welcome to New York, Ferrara fa dire ai suoi personaggi "sai qual è la verità?", sempre, in continuazione). L'arte di Pasolini era ricondurre tutto alla dimensione più sincera e vera. E farlo con quella "provocazione" che non era altro se non "realtà", da accettare, e di cui possibilmente compiacersi. Pasolini è una figura di intellettuale come quella di certi autori e registi del contemporaneo, che agli occhi di tutti vivono di provocazioni (lo stesso Ferrara potrebbe essere inserito in questa particolare etichetta). La realtà è che codesti autori, distruttivi quanto si vuole, hanno sempre un lato costruttivo, un qualcosa da dire in più rispetto allo schifo che è il mondo, e lo fanno anche se questo "in più" è una agghiacciante speculazione sul Nulla (non per essere pedanti, ma la provocazione Nymph()maniac di von Trier, in quest'ultimo anno, è stata proprio questa: l'assenza di Senso, come se in molti già non l'avessero fatto). Tutte divagazioni per dire che Pasolini inquadra perfettamente l'intellettuale in questione, e ne crea un ritratto più affascinante che fedele, sornione, relativamente sereno (perché spietatamente sincero). E questo ritratto si prende le sue felici libertà quando vuole entrare nello spazio dell'immaginario, in cui vediamo le storie che Pasolini scrisse e ideò anche per il suo nuovo progetto, Porno Teo Kolossal, sorta di incontro/scontro fra antipodi, una mezza rassegna di ciò che può offrire l'esistenza (concreta, illusoria), nell'attesa di una Fine non ancora arrivata.

 

Willem Dafoe

Pasolini (2014): Willem Dafoe

 

Così Ferrara viaggia fra sogno e realtà con riuscitissimi giochi di dissolvenze, con uno stile elegante e languido, con una carrellata di personaggi indimenticabili (gli occhi di Adriana Asti, le movenze di Maria de Medeiros, le "pisciatine" di Ninetto Davoli, tutta roba difficile da eliminare dalla memoria), senza realizzare un film scontato, ma un film che sa tenere conto delle ragioni del regista Ferrara e delle ragioni del regista Pasolini, di cui vengono ricreate le intenzioni, le pulsioni, le volontà. Un vero e proprio testamento, splendido, avvincente (passa in un attimo, questo è certo), non banalmente lineare ma "classicamente" irregolare, attento, maturo, e abbastanza spavaldo da far capire che il carattere provocatorio del cinema di Pasolini non è ancora concluso, nonostante siano passati quasi quarant'anni. Perché quelle immagini di Salò ancora fanno terribilmente impressione, perché quella fellatio in primo piano sa scandalizzare ancora qualcuno nel 2014, perché ricordarci che siamo tutti "animali" può essere tuttora fastidioso e paradossalmente arrogante. Sarebbe bene dunque rivalutare un po' il pianeta Terra, anche a costo di salire e arrivare un po' più vicini al Paradiso, perché gran parte del Tutto sta qui, e non nell'astratta stella cometa; perché la morte di Pasolini non ha interrotto nulla (la Fine non è arrivata, il Peggio probabilmente deve ancora venire); perché il Paradiso è irraggiungibile, mentre l'Inferno è a due passi. 

 

Ninetto Davoli

Pasolini (2014): Ninetto Davoli

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Ultimi commenti

  1. amandagriss
    di amandagriss

    accipicchia, mi è venuta la pelle d'oca, a te è piaciuto molto, non è stato apprezzato così tanto, un'importante voce fuori dal coro, penso che sia comunque un film da vedere, ciao.......

    1. EightAndHalf
      di EightAndHalf

      Mi fa molto ridere pensare che il recente cinema di Ferrara è stato a lungo criticato per l'eccessivo carattere "provocatorio" (certe sequenze hot in 'Welcome to New York'), e che adesso i detrattori di "Pasolini" parlino di un film che non "rischia abbastanza". In un film di un'ora e venti (ma anche di tre ore) non si può riproporre l'intero pensiero pasoliniano, l'intento di Ferrara è semplicemente individuare due aspetti fondamentali: il ruolo di intellettuale di Pasolini e certi suoi processi creativi. Non c'è voglia di rivangare scandali e misteri riguardanti la sua morte, non c'è l'intento di riproporre curiosità: 'Pasolini' è un ritratto sincero e sentito di un maestro, d'ispirazione per l'intera Settima Arte e non solo. Alcune scene più spinte riaggiornano il carattere provocatorio del suo cinema, e rivelano come quello stesso cinema sia ancora "scomodo". E' un film essenziale ma che si permette eleganza, volendo "classico" ma anche irregolare, libero, che viaggia nello "spazio dell'immaginazione". Un film che merita una visione, e che mostra un Pasolini ambiguo e non troppo esplicito, così come era l'autore in realtà. Non c'è nient'altro da dire..ma forse il fatto che Ferrara ci ha abituato ad altro ha destabilizzato i più. Io questo film l'ho trovato splendido. Vedremo come verrà accolto nei prossimi giorni dal grande pubblico. Ciao!

    2. amandagriss
      di amandagriss

      è la seconda volta che non riesco a postare il commento, da stnotte è così, ritento con maggior fortuna:
      recensione nella recensione, perfetto Marco :)))

  2. Utente rimosso (bufera)
    di Utente rimosso (bufera)

    Ora che lo proiettano dame vado, incoraggiata dalla tua recensione e quella di yume.Ciao!

    1. EightAndHalf
      di EightAndHalf

      Merita davvero! Sta scatenando polemiche che non ti dico, ma sono davvero esagerate: 'Pasolini' di Abel Ferrara non è un film realista! Sia chiaro a tutti..ciao, aspetto il tuo scritto sul film!

  3. Michelstaedter
    di Michelstaedter

    grazie, bellissima recensione. per me è un film davvero genuino e pacato. A volte, quando guardo un film biografico, mi pare che le "vite inimitabili" si mangino il cinema, qui invece si mantengono sullo stesso piano.

    1. EightAndHalf
      di EightAndHalf

      Ti ringrazio, Michelstaedter. Qui il film prescinde il genere biografico e diventa una riflessione di altro genere: come il cinema di Pasolini, anche il cinema di Ferrara sembra porsi obbiettivo ultimo lo scandaglio delle passioni umane, delle "addiction" se vogliamo, che permeano l'esistenza di un'aria mortuaria.
      Ciao!

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