Regia di Gianfranco Mingozzi vedi scheda film
1959, Fellini gira uno dei suoi capolavori immortali: La dolce vita. Mezzo secolo dopo, l'ultimo dei suoi assistenti dell'epoca, Gianfranco Mingozzi, gira un documentario per raccontare la lavorazione del film insieme a tutti i protagonisti - interpreti, tecnici e critici - ancora vivi.
C'è aria di nostalgia in questo documentario, una nostalgia assolutamente motivata e nondimeno prepotente, che coinvolge un gruppo di persone che sono sopravvissute di mezzo secolo alla realizzazione di quello che è per gran parte della critica il capolavoro assoluto di Fellini: La dolce vita. Un'opera di crisi profonda, dalla lavorazione lunga e non facile, ma vissuta - a detta di tutti i presenti sul set - come una specie di momento di grazia irripetibile sia sul piano cinematografico che su quello esistenziale (in fin dei conti è pur sempre un film sul non-senso della vita). Gianfranco Mingozzi, giovanissimo ciacchista o poco più sul set, nel frattempo è divenuto a sua volta regista e conclude la sua lunga carriera proprio con questa opera (anche auto)celebrativa, che coinvolge una lista di nomi da far effettivamente rabbrividire: da Dino De Laurentiis ad Anouk Aimèe, da Luise Rainer (protagonista di una scena poi tagliata da Fellini) a Tullio Kezich, da Riccardo Garrone a Giulio Questi, da Valeria Ciangottini (ai tempi quindicenne esordiente totale) a Yvonne Furneaux, da Magali Noel a Tullio Pinelli, da Giulio Paradisi a Jacques Sernas. Ognuno ha parole di stima per il regista e di meraviglia per i ricordi, contrastati offuscati limpidi o contraddittori, di quel fantastico periodo: e allora evidentemente la nostalgia non basta a spiegare l'atmosfera di Noi che abbiamo fatto La dolce vita: bisogna arrendersi e accettare il fatto che Fellini fosse un genio e come tale non lo si possa in alcun modo raccontare o tantomeno spiegare. 6,5/10.
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