Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Moretti torna finalmente al cinema con un film non politico; anzi, in questo film pare dirci che la politica non gli interessa più, che non è più in grado di capirla, che i problemi del paese paiono esser divenuti più grandi di lui (ma in fondo anche questa è politica). Il personaggio principale è una regista nevrotica ed egocentrica che sta girando un film su una fabbrica in crisi mentre sua madre sta morendo. Allora pare che tutto gli crolli addosso, la sua relazione sentimentale, la realizzazione del film, i suoi nervi e quando si guarda intorno s'accorge che sua figlia non è mai stata sincera con lei. Moretti qui si fa sostituire dalla Buy e si rifugia nel cinema intimista e sembra volerci donare un quadro sconcertante di confusione mentale, di angoscia e di depressione di cui il cinema (il caotico film che la Buy sta realizzando) è la risposta esteriore ai problemi ed agli stati d'animo personali. Non è esente da difetti: c'è un eccessivo (e quasi compiaciuto) indugio nelle scene drammatiche, l'arte della leggerezza (che Moretti ha sempre posseduto) pare essersi un po' persa e le sequenze oniriche (alcune di notevole impatto espressivo) fanno apparire il film un po' frammentato (ma forse ciò è voluto per mostrarci la difficile e confusa fase che attraversa la protagonista). Tuttavia ci sono dei favolosi momenti comici che spezzano un po' il lato drammatico della vicenda, delle interpretazioni incredibilmente efficaci (c'è una grandiosa contrapposizione tra un Turturro leggero e sopra le righe che interpreta un attore che non ricorda mai le battute e che pare spesso svanito, ed una Lazzarini, la madre, che ci dona un'interpretazione d'intensità drammatica come non se ne vedeva da tempo) e l'angoscia della protagonista, spesso viene trasmessa allo spettatore al punto di coinvolgerlo nelle sue vicende. Perciò direi che Mia madre è un film riuscito e che lascia il segno. Tabellino dei punteggi di Film Tv humor:1 ritmo:2 impegno:3 tensione:1
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