Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Non avrei mai osato recensire un film di Nanni Moretti - che resta, a mio avviso, una delle voci più originali, tenaci e importanti che il cinema possa conoscere, un autore verso il quale ciciclicamente torno, a riguardarne i film, è sempre tempo meravigliosamente speso - lo faccio solo perché trovo sinceramente un po' ingiusto il "6.8" al quale ora che scrivo il film s'attesta. Perché? "Mia madre" non è certo un Moretti della surrealtà - benché i frammenti di surrealtà siano molti, affidati soprattutto a un irresistibile John Turturro in scene da incisione come quella in cui si lamenta della bottiglia finta di Champagne sul set - ma è un Moretti profondo, che delicatamente affonta il non dicibile sempre della morte attraverso le relazioni dei vivi, nella lezione di Pirandello e dei tanti che ci insegnano a guardarci intorno per guardarci dietro.
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