Regia di Vincente Minnelli vedi scheda film
Anche se all'epoca non fu un successo commerciale, "The band wagon" è diventato col passare degli anni uno dei classici del musical Mgm e uno dei film più applauditi di Vincente Minnelli, regista che nell'ambito delle commedie musicali fu senz'altro uno dei migliori esponenti del cinema americano. È un film in cui gli sceneggiatori Betty Comden e Adolph Greene rappresentano il dietro le quinte di Broadway, così come avevano fatto col dietro le quinte di Hollywood in "Cantando sotto la pioggia" l'anno precedente, e inseriscono una componente satirica sulla pretenziosita' intellettuale di alcuni registi che vorrebbero contaminare la natura essenzialmente leggera della rivista con ambizioni avanguardistiche fuori posto, come appunto questo Jeffrey Cordova che vuole trasformare un musical in una versione moderna del Faust. La satira va a segno, ma il film raggiunge un livello superiore grazie alla fluida regia di Minnelli e ai numeri sempre dinamici di Fred Astaire come "Shine on your shoe", il romantico e sensuale"Dancing in the dark" ballato a Central Park, ma soprattutto il numero finale "Girl hunt ballet" che sembra un aggiornamento di quello corrispondente di "Cantando sotto la pioggia", girato fra scenografie raffinate e con le coreografie di Michael Kidd che vedono Astaire duettare con una straordinaria Cyd Charisse in un doppio ruolo. Per quanto riguarda la trama, forse non è proprio geniale ma ha tocchi comunque gustosi e divertenti, dialoghi affilati e offre un ritratto appassionato degli artisti del varietà, oltre a contenere numerosi riferimenti autobi
ografici allo stesso Astaire, che trova in Tony Hunter il suo migliore ruolo da molti anni a questa parte. Tra gli altri, la Charisse era una splendida ballerina ma come attrice drammatica non convince fino in fondo, Jack Buchanan è molto bravo nella parte del regista megalomane, Nanette Fabray e Oscar Levant sono una proiezione abbastanza diretta di Comden e Greene, e stanno al gioco con la giusta ironia. Un musical coi fiocchi insomma, una prova dell'estro creativo di Minnelli e del suo gusto cromatico a tratti sfavillante, una testimonianza delle possibilità del grande schermo nell'esaltazione della danza che eguaglia e forse supera il magnifico balletto di "Un americano a Parigi". Da riscoprire per gli spettatori odierni".
Voto 9/10
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