Adam lavora in un supermercato dopo essere sopravvissuto a un incidente automobolistico, che ha spezzato la vita alle persone che più amava. Dopo la tragedia, nulla sembra in grado di alleviare il suo dolore e Adam si rifugia nei sogni, dove può parlare con i suoi cari. L'unica persona viva con cui Adam rimane in contatto è la zia Xenia, topo di biblioteca e traduttrice. Durante una visita alla zia, si scopre che Adam ha alle spalle una carriera accademica e che era un promettente professore di letteratura, con una grande ossessione per l'analisi della Divina Commedia. Come Dante con Beatrice, nei sogni Adam può congiungersi alla sua amata Basia e pian piano realtà e fantasia cominciano a fondersi. Il dramma personale di Adam si riflette anche nella storia della Polonia, tormentata nel 2010 da una serie di disastri, tra cui la caduta dell'aereo presidenziale.
Note
Onirica è un altro film contro la morte, un altro mélo disperato, necessariamente formalista: la tensione che lo muove, e che lo tiene, è quella che si crea tra la caducità dell’uomo e l’eternità dell’arte, tra le domande di uno e le risposte dell’altra, tra la singolarità del presente e gli esempi del passato. Dialoghi lirici che riecheggiano Guerra e Antonioni, omaggi a Fellini, un cammino audiovisivo di superba maestria compositiva: tableux vivants alla ricerca arrancante di un senso.
Qual é il limite di Onirica?
L’eccesso, la ridondanza e dunque la piattezza, il peso.
L’impressione é che alla grandiosità del progetto non abbia corrisposto una realizzazione all’altezza dell’intento e nella fase attuativa il tutto sia precipitato sotto il peso della sua ambizione.
Con Onirica, sua ultima fatica cinematografica, Lech Majewski (regista, produttore, scrittore e videoartista polacco) conclude la sua trilogia sull’arte iniziata nel 2004 con l’intrigante, ambizioso (ma solo in parte risolto) Il giardino delle delizie figurativamente ispirato dall’omonimo capolavoro di Hieroymus Bosch conservato a Madrid al Museo del Prado (ma in effetti tratto… leggi tutto
L’intento è formidabile, eccentrico e perciò stesso intrigante, come quello che tre anni fa affascinò le platee traendo da Pieter Bruegel il Vecchio, Die Kreuztragung Christi (La salita al Calvario), quel viaggio del cinema che fu I colori della Passione - The Mill and The Cross.
Come la drammatica, intensa materia pittorica di quello straordinario “pittore… leggi tutto
Il cinema di Lech Majewski arriva alla conclusione della Trilogia sull'Arte con la discesa di Adam, professore universitario, preda di un dolore acuto, nelle viscere del proprio calvario esistenziale. Memore della perdita dell'amata compagna Basia e del suo fraterno amico Kamill dopo un incidente stradale - cui suo malgrado si attribuisce la colpa - , Adam ha trovato lavoro nel supermercato di… leggi tutto
La frase che dice "non è bello, ma è affascinante", in genere la si usa per le persone che in qualche modo hanno attratto la nostra attenzione, ma non fino in fondo. La si può applicare perfettamente a quest'opera del regista polacco. Il viaggio esistenziale di Adam, il protagonista, si è spezzato o, meglio, ha subito una drammatica svolta dopo un incidente stradale,…
Un regista eclettico per un film eclettico, privo di una trama vera e propria che si dipana in ordine sparso, trasversale e non longitudinale. Sul piano puramente estetico funziona egregiamente, con immagini impressionanti e suggestive, oltreché impregnate di un simbolismo potente e talvolta fin troppo grave. Un film destrutturato, oserei dire sperimentale, atto a toccare e riflettere,…
Lech Majewski con la sua trilogia ha trascinato l’esistenza dalla vita alla sua sublimazione nell’arte pittorica (Il Giardino delle delizie 2004), per poi farla lievitare all’interno dell’arte stessa, nel dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio “La salita al calvario”. Proprio in questo secondo momento (I colori della passione 2011) nel quale il quadro è…
Antro di inferni (sub)urbani, mostra delle atrocità consumistiche, limbo di sfrenata spesata perdizione, melanconici sabati del villaggio dove tutto è iper, stato della mente zombesca. Zombi confusi…
Con Onirica, sua ultima fatica cinematografica, Lech Majewski (regista, produttore, scrittore e videoartista polacco) conclude la sua trilogia sull’arte iniziata nel 2004 con l’intrigante, ambizioso (ma solo in parte risolto) Il giardino delle delizie figurativamente ispirato dall’omonimo capolavoro di Hieroymus Bosch conservato a Madrid al Museo del Prado (ma in effetti tratto…
Un terribile incidente d’auto che mai ci verrà mostrato, se non nelle conseguenze più terrificanti e devastanti ai danni delle sue vittime; un solo ragazzo superstite, il nostro Adam, sfregiato ma sostanzialmente illeso; un impiegato di supermarket che si rifugia dietro la barriera protettiva e rassicurante di un torpore salvifico per ritrovare affetti e l’atmosfera…
L’intento è formidabile, eccentrico e perciò stesso intrigante, come quello che tre anni fa affascinò le platee traendo da Pieter Bruegel il Vecchio, Die Kreuztragung Christi (La salita al Calvario), quel viaggio del cinema che fu I colori della Passione - The Mill and The Cross.
Come la drammatica, intensa materia pittorica di quello straordinario “pittore…
Il cinema di Lech Majewski arriva alla conclusione della Trilogia sull'Arte con la discesa di Adam, professore universitario, preda di un dolore acuto, nelle viscere del proprio calvario esistenziale. Memore della perdita dell'amata compagna Basia e del suo fraterno amico Kamill dopo un incidente stradale - cui suo malgrado si attribuisce la colpa - , Adam ha trovato lavoro nel supermercato di…
Dopo le calli di Venezia percorse in quell’home movie fiction che era The Garden of Earthly Delights, dopo quell’inedita evoluzione spettacolare dei critofilm di Ragghianti e dei documentari d’arte di Emmer che era I colori della passione, Majewski continua a guardare all’Italia. E dopo Il giardino delle delizie di Bosch e Salita al Calvario di Bruegel, cerca un dialogo…
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commenti (1) vedi tutti
Qual é il limite di Onirica? L’eccesso, la ridondanza e dunque la piattezza, il peso. L’impressione é che alla grandiosità del progetto non abbia corrisposto una realizzazione all’altezza dell’intento e nella fase attuativa il tutto sia precipitato sotto il peso della sua ambizione.
leggi la recensione completa di yume