Trama
I due poliziotti Andres e Simon, buoni amici tra di loro, conducono esistenze molto differenti. Andreas si è accasato e vive con la bella moglie e il figlio mentre Simon, da poco divorziato, passa la maggior parte del tempo a ubriacarsi in uno strip club. Tutto cambia quando i due sono chiamati a sedare una lite domestica tra una coppia di drogati. L'eccezionalità di un intervento di routine è data quando Andreas trova in un armadio il figlio neonato della coppia, un evento che lo porta a confrontarsi con il proprio senso di impotenza e che lo scuote del tutto. Mentre Andreas perde lentamente la cognizione di cosa sia giusto e cosa no, toccherà all'indisciplinato Simon tentare di ristabilire una sorta di equilibrio.
Approfondimento
A SECOND CHANCE: OLTREPASSARE IL CONFINE TRA BENE E MALE
Diretto da Susanne Bier e sceneggiato da Anders Thomas Jensen, A Second Chance è un dramma agghiacciante e commovente che racconta di persone coinvolte in circostanze straordinarie. Basandosi su nozioni basiche sul Bene e sul Male e sulla differenza che intercorre tra le due sfere, A Second Chance impone soprattutto una domanda: chi siamo noi per crederci migliori degli altri?
La storia ruota intorno agli amici Andreas e Simon, due poliziotti che vivono in maniera molto diversa. Andreas è felice con la moglie e il figlio mentre Simon, da poco divorziato, beve regolarmente. Nelle loro vite tutto cambia quando, chiamati per sedare una lite tra una giovane coppia di drogati, trovano un bambino in un armadio. Andreas, il più stabile dei due agenti, è costretto a loro ad affrontare la sua impotenza e comincia a perdere il suo senso di giustizia. Simon, sulla carta il ribelle dei due, si ritroverà allora a cercare di ripristinare l'equilibrio tra il bene e il male.
Con la direzione della fotografia di Michael Snyman, le scenografie di Jacob Stig Olsson, Louise Lönborg e Gilles Balabaud, e i costumi di Signe Sejlund, A Second Chance è il quindicesimo film di Susanne Bier, tornata a girare in Danimarca dopo la non felice esperienza di Una folle passione, e conta sull'interpretazione di un gruppo di attori scandinavi: Nikolaj Coster-Waldau e Ulrich Thomsen per la parte dei protagonisti Andreas e Simon, Maria Bonnvie (è Anna, la moglie di Andreas), Nikolaj Lie Kaas (è il violento tossicodipendente Tristan) e la debuttante Lykke May Andersen (è la tossicodipendente Sanne). A spiegare meglio il progetto sono poi le parole della regista: «A Second Chance è un dramma molto intenso che ruota intorno a persone vulnerabili coinvolte in circostanze che non riescono a controllare. La pellicola mostra fino a che punto noi influenziamo i segreti che riguardano i nostri cari e vicini e come non siamo immuni al caso, come ci piace pensare. Le intenzioni di Andreas, il protagonista, sono buone però per disperazione prende una decisione che può essere descritta come moralmente ripugnante. Sebbene capiamo le ragioni che lo spingono a comportarsi così, dobbiamo comprendere anche che ha attraversato il confine tra ciò che è lecito e ciò che non lo è».
Note
Facendo della facile ironia potremmo dire che Susanne Bier, dopo il goffo "Una folle passione" e al netto di un Oscar vinto con "In un mondo migliore" (battendo "Dogtooth" di Lanthimos e "La donna che canta" di Villeneuve...), abbia sprecato la sua seconda chance. Qui non funziona niente: né la trama poliziesca, ridicola, né le caratterizzazioni falsamente manichee dei personaggi, cui corrispondono relativi ambienti sociali e abitativi che il detour finale rende perfino grotteschi, oltre che schematici.
Trailer
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Commenti (3) vedi tutti
Fa riflettere sul bene e sul male. Cosa sono, se non uno il compendio dell'altro? Tuttavia la regista, come una pennellata su un quadro di facile interpretazione, riesce a far passare anche il messaggio che l'amore, a differenza del bene e del male, è molto più netto e ben definito.
commento di GabryLedFilm diretto da Susanne Bier veramente ben realizzato! Binomio dramma/thriller fantastico. Visione fortemente consigliata!
leggi la recensione completa di boychickI destini di due neonati, appartenenti a due strati sociali differenti, si cedono drammaticamente il posto quando un evento tragico interviene a devastare l'esistenza di quello, almeno in apparenza, più fortunato. La Blier si cimenta in un noir melodrammatico spurio, che osa troppo e sbanda clamorosamente verso una macchinazione assurda e forzata.
leggi la recensione completa di alan smithee