FESTIVAL DEL FILM DI LOCARNO 2014 - CONCORSO CINEASTI DEL PRESENTE
Sempre nella sezione Cineasti del Presente, lo statunitense Joel Potrykus torna a Locarno per completare la sua Animal Trilogy, incentrata su personaggi bizzarri, prepotenti, approffittatori e impuniti, e che fa seguito al corto Coyote e all'esordio nel lungo rappresentato da Ape. Il film è lo scorretto, sporco ma godibilissimo BUZZARD.
La storia è quella di un viscido, ma inevitabilmente divertente sfruttatore, scroccone e scansafatiche di nome Marty: un giovane smilzo e furbastro assunto in una banca con un contratto temporaneo, e per questo indotto a cercare di sfruttare il più possibile la sua precaria posizione, truffando la multinazionale che lo ha assunto con sotterfugi e inganni studiati superficialmente ma con una certa meticolosità. Intenti che lo vedono inizialmente vincitore, ma che conducono inesorabilmente lo scroccone, in breve tempo, in un baratro apparentemente senza ritorno che lo accerchia e si stringe senza apparente soluzione attorno alla sua gola soffocandolo.
Un viaggio da incubo nei meandri di una mente sporca e volgare, di un impunito baciato dalla fortuna, la stessa che, cieca e sfrontata, giungerà a salvarlo proprio quanto tutto sembrerà volto alla soluzione piu' nera e scontata.
Cinema indipendente americano che ricorda le follie ordinarie e moralmente sporche di Todd Solonds, in cui il regista (e pure interprete del suo peggior rivale/collega, maldestro e maligno, collaboratore-spia per opportunismo) Joel Potrykus ci porta dritto dritto nelle strade della degenerazione vicine alla follia piè deragliante.
Marty è uno scansafatiche senza alcuna indole che ama le unghie affilate di Freddy Kruger, ma non ha il coraggio di affilarle fino in fondo perché è un codardo ed agisce solo quando l'istinto animale gli ordina di difendersi.
Assegni truffati a pensionati irraggiungibili diventano il sogno, il miraggio, lo strumento a doppia lama per divenire grandi, anche se poi i sogni di gloria non riescono nemmeno a persuadere il suo folle protagonosta dell'inutilità delle sue truffe, cosi' follemente elaborate per beneficiare di somme davvero irrisorie e contando sulla leggerezza, la disinformazione e l'ingenuità del mondo che lo circonda: circostanze che sono, a tutti gli effetti, nient'altro che la sintesi del banale e vuoto biglietto di presentazione di Marty medesimo, uomo senza qualità che fa della meschinità la sua arma per combattere ipotetiche ingiustizie di cui si sente vittima, ma di cui è il principale responsabile.
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