Regia di Douglas Sirk vedi scheda film
lo specchio della vita e' l'Arte (teatro, cinema, fotografia, danza...); e' il melodramma elevato a modello di comportamento; e' la rappresentazione di un mondo in cui si recita un ruolo, imposto dalla societa'. Ma e' anche lo specchio in cui le donne di questo film si guardano nell'animo, al punto cruciale della loro vita, quando la frenesia di una vita di successi e di passioni lascia, finalmente, il tempo di riflettere. Film amaro, doloroso, polifonico, ambizioso, ma tenuto insieme da una regia straordinaria, composta eppure sempre sottilmente trasgressiva. La Turner (protagonista solo nella prima parte) e' eccellente, ma le altre non le sono da meno. Funzionali come sempre la fotografia e la musica. Memorabile e commovente, per la sua solenne e straziante pietas, la parte finale. In definitiva, una vetta del melo sociologico degli anni 50, un trattato amaro e complesso sull'America razzista e classista, ma anche sull'ostilita' nei rapporti tra genitori e figli, rapporti sempre condizionati da fattori sociali, che inducono ai sentimenti opposti della possessivita'(Annie) e del disinteresse (miss Meredith)
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