Regia di Russell Crowe vedi scheda film
Al suo esordio dietro la macchina da presa, Russell Crowe realizza un dignitoso film d’avventura, spettacolare e incline ai buoni sentimenti. Ci sono, insomma, i pregi e i difetti di molto cinema americano e la coproduzione australiana non pare modificarne la filosofia. Il film è ambientato essenzialmente in Turchia, all’indomani della Prima Guerra Mondiale, un periodo assai interessante, che vedrà l’affermazione della prima repubblica laica del paese, sotto la guida di Mustafà Kemal Ataturk. Gli eventi storici restano in sottofondo e il racconto si concentra sulle peripezie di un padre di famiglia australiano che nel conflitto ha perso tre figli. Dopo il suicidio della moglie, travolta dal dolore, parte alla ricerca delle loro salme. Coinvolto nelle concitate e violente giornate in cui si affrontano Turchi, Greci e onnipresenti Britannici, riuscirà nel suo intento, ritrovando addirittura il maggiore dei figli ancora vivo. La trama è semplice e si presta a derive sentimentali piuttosto scontate. La vicenda scorre però con una certa agilità, con un buon ritmo narrativo e scene d’azione ben congegnate. Il Russell Crowe attore si rivela in fin dei conti simile al Russell Crowe regista: niente di straordinario, ma neppure disprezzabile. La prestanza fisica non gli manca e la sua personale implicazione nel tratteggiare il personaggio traspare lungo l’intera pellicola. L’autocompiacimento, però, è dietro l’angolo e, ogni tanto, si palesa. Resta comunque il piacere suscitato da una fotografia di ottimo livello, con splendide riprese aeree e scenari talvolta magnifici, segnatamente all’interno di una moschea turca che non conosco, ma che lascia veramente a bocca aperta. Il film si lascia vedere, ma non credo che resterà indelebile nella mia memoria, se non grazie a queste poche righe.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta