Regia di Russell Crowe vedi scheda film
1919. Gallipoli è sotto assedio da parte delle truppe britanniche e turche per bonificare la zona e identificare i soldati caduti in quella che fu la più sanguinosa battaglia della prima guerra mondiale.
Qui un uomo di origine australiana, Connor, si reca per ritrovare i corpi dei suoi tre figli maschi e riportarli in Patria per una degna sepoltura, come da giuramento fatto alla moglie poco prima che morisse.
Arrivato a Gallipoli (grazie alle indicazioni ricevute dalla bella e giovane vedova, proprietaria dell’hotel di Instabul dove Connor alloggia) i soldati lo respingono, ma poi impietositi lo aiutano nella ricerca. Grazie alle sue doti di rabdomante, l’uomo individua il posto dove potrebbero trovarsi i corpi. Scavano e trovano dei resti insieme a degli oggetti intimi con i quali il padre identifica i corpi di due dei suoi figli.
Dov’è il terzo? Si apre per Connor una speranza, quella di poter ritrovare vivo il primogenito. Sarà così?
IL film è tratto da una storia vera e racconta di un padre che compie un lungo viaggio alla ricerca dei suoi tre figli maschi che non fanno ritorno a casa dopo la fine della guerra. Un viaggio non solo nei luoghi di riferimento ma anche dentro la storia: la sconfitta dell’esercito turco nella Grande Guerra, i vari eserciti stranieri che subito dopo il conflitto si susseguono per la conquista e la colonizzazione di quel territorio, portando di fatto alla dissoluzione dell’impero ottomano.
Il film è interpretato e diretto dallo stesso Russel Crow che, all’esordio dietro la cinepresa, cerca di catturare lo spettatore puntando sul pacifismo e sull’aspetto emotivo. Non sempre però ci riesce, man mano che la pellicola scorre, perde di fluidità; tuttavia è abile a mostrarci la bellezza di una Instabul colorata che affascina per le sue contraddizioni e per la mescolanza di culture e tradizioni.
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