Regia di H.C. Potter vedi scheda film
La figlia di un giudice, che è cresciuta nella bambagia ma vorrebbe avere una vita normale, viene sorpresa in una bisca clandestina durante una retata. Il padre, che ha ambizioni politiche e vuole evitare scandali, la manda in campagna nell’attesa che le acque si calmino; qui lei conosce un rude cowboy e, per non intimidirlo, finge di essere una cameriera. Commedia degli equivoci grezza, ma passabile. Sempre deliziosa Merle Oberon, che saggiamente si limita a fare la bella statuina; un po’ rigido Gary Cooper nel ruolo del buzzurro misogino e maldestro ma fascinoso, per il quale del resto era portato. Certo, è davvero difficile riconoscere la mano del futuro autore di Hellzapoppin’: c’è un pizzico di follia solo nella scena in cui Cooper, dentro l’intelaiatura vuota della sua casa in costruzione, immagina di interpretare scene della vita matrimoniale che lo aspetta, mentre i vicini lo guardano esterrefatti (vago anticipo di certe situazioni di La casa dei nostri sogni). Da segnalare un doppiaggio curioso, che prevede fra l’altro la pronuncia “ròdeo” (calco di quella americana) e il toscanismo “gli è”.
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