Regia di Augusto Genina vedi scheda film
Facendo la tara sull'ingenuo propagandismo dell'operazione, sul manicheismo dell'esposizione (i falangisti coraggiosi e leali, i "rossi" spietati e traditori), sulla completa mistificazione del senso dei fatti storici (i rappresentanti del governo spagnolo legittimo, uscito da regolari elezioni, erano i repubblicani, non i traditori seguaci di Franco), sul vieto sentimentalismo del versante amoroso del film, si può convenire che questo Assedio dell'Alcazar contenga anche pagine valide di asciutta descrizione degli eventi, filmate secondo uno stile talora documentaristico, talora "fordiano" e talvolta esteticamente influenzato dal cinema sovietico. Genina, che si era un po' troppo compromesso nel cinema di regime, nel dopoguerra fu quasi emarginato dalla scena.
Mette giustamente i puntini sulle i, quanto ai destini delle due fazioni in lotta. Infatti, mentre i Falangisti avevano dalla loro Dio, la Madonna di Lourdes e quella di Loreto, i "rossi", dalla loro, avevano solo Satana, Lucifero e Stalin.
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