Regia di Blake Edwards vedi scheda film
La fretta di cogliere maggior profitto dal successo de La Pantera Rosa (1963) potrebbe non essersi dimostrata una buona consigliera. Prestando maggior cura al dettaglio di una storia consistente, dal punto di vista del genere giallo, oppure dando ulteriore spunto a una comicità più articolata e ragionata rispetto a delle semplici gag, credo che la vetta fra le migliori commedie sarebbe stato un felice traguardo raggiungibile senza troppe opposizioni. Invece si è scelta la strada più facile. Si è colto il valore indiscutibile della prestazione di Peter Sellers in qualità di Ispettore Jacques Clouseau e si è realizzato l'intorno di conseguenza. Punto. Non che ci sia nulla di male, per carità, ma l'efficacia delle scene è altalenante. Varia in primo luogo in funzione dello stato d'animo dello spettatore, il quale si suppone comunque non essere ostile allo stile, appunto, dell'attore protagonista. La conseguenza diretta è altrimenti una delusione completa su qualsiasi fronte. In secondo luogo dipende senza dubbio dalla soggettività del divertimento, che può andare da uno stentato sorriso fino a una risata gustosa con lacrime agli occhi, in funzione della propria percezione. Si è scelto di scommettere su una reazione, insomma, su cui si può avere ben poco controllo. Le intuizioni geniali per fortuna non mancano, come l'aggiunta degli assistenti Hercule LaJoy (Graham Stark) e Kato (Burt Kwouk), il primo dei due in particolare al centro di un paio di momenti letteralmente spassosi. Il resto è ovviamente farina esclusiva del sacco dell'estro dell'interprete principale, a quanto pare. La serie proseguirebbe con tanti altri successivi capitoli, ma solo vedendoli potrò scoprire se considerarli davvero meritevoli. Tra i vari titoli, La Pantera Rosa colpisce ancora (1975), La Pantera Rosa sfida l'ispettore Clouseau (1976) e La vendetta della Pantera Rosa (1978) sembrerebbero essere i più promettenti.
Quando l'autista del ricco monsieur Ballon viene trovato morto, il caso è affidato all'ufficiale di polizia Jacques Clouseau. Tutti gli indizi conducono alla cameriera, Maria Gambrelli, ma l'ispettore, attratto dalla bella ragazza, si convince che lei stia nascondendo qualcosa, perciò la fa rilasciare dalla prigione per poterla seguire di nascosto. Gli eventi non andranno come Clouseau aveva previsto, la gente continuerà a essere uccisa e Maria si troverà ancora coinvolta, mentre il capo commissario Charles Dreyfus sarà sempre più esasperato dai guai combinati dal maldestro ispettore.
L'impressione è che si sia sinceramente sbizzarrito a confezionare questo spettacolo.
L'indefesso Ispettore Jacques Clouseau. Incontrovertibile accentratore dell'attenzione e padrone della scena, è inutile ricordare come tutto sia stato costruito a suo uso e consumo, adattato a lui.
L'imbambolata Maria Gambrelli.
Il distinto Benjamin Ballon.
L'esaurito Commissario Charles Dreyfus.
Henry Mancini non scade nel banale riuso del classico motivetto di sua invenzione. Bravo.
Nonostante qualche sequenza da antologia, non è memorabile in ogni suo aspetto.
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