Regia di Frank B. Corlish (Bruno Corbucci) vedi scheda film
Il bandito Stark viene sottratto alla sua condanna solo se aiuterà un facoltoso uomo a trovarne il figlio scomparso. Stark non solo scopre dove si trova il ragazzo, ma anche che non è affatto figlio dell'uomo.
Bruno Corbucci era già abbastanza conosciuto come sceneggiatore (quasi esclusivamente di commedie) e si stava facendo largo, come regista, licenziando operine leggere a raffica (8 nei precedenti 3 anni); il suo primo lavoro 'drammatico' o comunque di impronta chiaramente non comica è questo spaghetti western raffazzonato in quanto a idee e a mezzi. Mentre il fratello Sergio già si era fatto notare per Django (1966) e qualche altro titolo western all'italiana di tutto rispetto, per Bruno insomma il momento del riscatto tardava ad arrivare: non sarà neppure questa pellicola girata frettolosamente e con un cast privo di grandi nomi, a ogni modo, a determinare una svolta nella sua carriera, che infatti ben presto tornerà a rivolgersi a commediole e musicarelli. Con un copione scritto proprio dal regista insieme a Mario Amendola, Spara, Gringo, spara è l'ennesima storia di colt e doppigiochi nel vecchio west; gli americani Brian Kelly e Keenan Wynn dovrebbero garantire un tocco di esotico e di professionalità a un parco attori altrimenti composto da seconde e terze linee nostrane (Folco Lulli, Erika Blanc, Furio Meniconi, Rik Battaglia), ma a tutti gli effetti non si distinguono granchè rispetto ai colleghi di set. Co-produzione fra Italia e Francia, il film trova i suoi limiti maggiori nella narrazione poco ispirata, trasandata, priva di quei grandi colpi di scena solitamente sfruttati per prodotti di questo stampo. 2,5/10.
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