In una piccola barca alla deriva, due donne e un uomo ricordano il loro recente e tragico passato. Tre storie di solitudine e di disperazione, ciascuna con sulle spalle il proprio bagaglio di sofferenze, che con i loro frequenti flashback e la costruzione un po' criptica del montaggio che si sviluppa per assonanze, si scompongono in un affascinante puzzle che lo spettatore è chiamato a decodificare. Tre esistenze al limite insomma: la prima delle due donne è un'evasa in fuga; la seconda ha avuto invece un percorso esistenziale così travagliato che non riesce più a mantenere viva la speranza, mentre l'uomo deve fare i conti con una dolorosa perdita che l'ha lasciato da solo ad affrontare una vita che percepisce come un buio tunnel senza uscita. Nessuno dei tre ha ancora la forza e la voglia di continuare a vivere, e di conseguenza il tema del suicidio torna spesso in primo piano.
Note
Il ritmo è disteso, lento ed avvolgente, cadenzato, tra gli altri, dalla musica di Erik Satie e di Maurice Ravel (il quartetto d'archi in fa maggiore composto nel 1903): un tema ricorrente capace di intensificare l'effetto già molto suggestivo delle immagini. Ma il vero valore aggiunto, è quello del magnifico montaggio che evidenzia il talento di Mario Peixoto che nel 1931 pur avendo poco più di vent'anni, mostrava già una maturità stilistica davvero eccezionale. Questa è stata la sua prima opera (ma è anche l'unica che ci è dato di conoscere).
Non c'è proprio ... limite... purtroppo. Esageratamente sperimentale e metafisico per me.
Leggo che, fortunatamente, è l'unica opera portata a termine del regista. 4
Tenendo fede alla sua biografia, Limite è l’unica opera che il regista brasiliano Mario Peixoto è riuscito a portare a termine nella sua lunga vita, bastevole comunque a catapultarlo a imperitura memoria, nell’Olimpo dei più grandi e creativi artisti del cinema di tutti i tempi. Da subito miticizzata come “eccezionale”, la pellicola è rimasta però per lungo tempo un invisibile… leggi tutto
[...] Alla conferenza dell’ammiraglio Lacoste c’erano i giornalisti di tutto il mondo. Almeno duecento colleghi, tra fotografi e cronisti televisivi e radiofonici. Appena entrato nel parterre, molti mi…
Merita attenzione e rispetto soprattutto come documento storico: probabilmente è un pezzo importante della storia del cinema brasiliano (c'è anche qualche fotogramma troppo rovinato e perciò sostituito da un cartello). Una concezione del cinema completamente diversa da quella di oggi: muto e in bianco e nero, con una colonna sonora che definire bellissima è poco (le…
Tre ragazzi intrappolati in mezzo al mare che rivivono le loro storie.
Ciò che si prova nel guardare il film è l'incomunicabilità presente tra tutti i personaggi del film, il tempo che scorre inesorabilmente, senza mai fermarsi, senza mai permetterci di agire diversamente da come abbiamo voluto.
Il limite della nostra vita, il tempo.
Il limite dei nostri…
Tenendo fede alla sua biografia, Limite è l’unica opera che il regista brasiliano Mario Peixoto è riuscito a portare a termine nella sua lunga vita, bastevole comunque a catapultarlo a imperitura memoria, nell’Olimpo dei più grandi e creativi artisti del cinema di tutti i tempi. Da subito miticizzata come “eccezionale”, la pellicola è rimasta però per lungo tempo un invisibile…
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Commenti (3) vedi tutti
Non c'è proprio ... limite... purtroppo. Esageratamente sperimentale e metafisico per me. Leggo che, fortunatamente, è l'unica opera portata a termine del regista. 4
commento di BradyFilm assolutamente consigliato a chi vuole studiare il cinema...ma se fosse stato meno ostico sarebbe stato adatto a più spettatori...
commento di marco biFilm importante e lo si nota ma tutto troppo triste e assai lungo di minutaggio per essere ancora più apprezzato nei nostri tempi.voto.2.
commento di chribio1