Regia di John Erick Dowdle vedi scheda film
Scarlett, giovane e spericolata archeologa ossessionata dalla leggenda della pietra filosofale, insieme ad alcuni esploratori locali, ad un amico esperto di lingue antiche e ad un reporter, intraprende un insidioso viaggio nelle catacombe di Parigi, convinta di aver scoperto il segreto dell’alchimista Nicolas Flamel che ha lasciato un enigmatico indovinello nella sua lastra tombale.
Ci sono molte contaminazioni con la letteratura e i miti (soprattutto medievali) e molti spunti avvincenti in questo intrigante thriller claustrofobico e psicologico, che invero per quasi metà della sua durata ricorda quasi più un film d’avventura e fantastico, piuttosto che un vero e proprio prodotto d’orrore, e per questo potrà essere apprezzato anche da chi non gradisce troppo scene cruente o splatter. Sebbene la tecnica della camera a mano che conferisce la sensazione di un documentario girato in prima persona, è un espediente già visto, la regia di John Erick Dowdle (Quarantena, Devil) riesce ad utilizzarlo in maniera proficua, soffermandosi su dettagli simbolici, sottolineando l’ambientazione labirintica e misterica, e lasciando immaginare attraverso suoni e respiri dei protagonisti.
La vera sorpresa è la sceneggiatura che, differenziandosi dalla media delle pellicole del genere odierne, generalmente consistenti in una serie sterile di uccisioni ad opera di folli o forze sovrannaturali, amalgama con arguzia suggestioni avventurose e storiche con incubi e rimorsi dei singoli personaggi, che si vanno svelando poco per volta, e anche se la logica alla fine diventa prevedibile e non tutte le psicologie appaiono bene approfondite, la tensione in molti momenti diviene asfissiante.
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