La recensione su Crimson Peak

di Parliamodicinema

6 stelle

Guillermo del Toro strizza l'occhio ai classici e confeziona un prodotto visivamente spiazzante

Parlando di Guillermo del Toro bisogna riconoscere che ha uno stile tutto suo, sia nella scrittura che nella messa in scena. Questo stile può piacere e non piacere, come accade per tanti altri registi; io amo lo stile di del Toro, sia per quanto riguarda la messa in scena che la scrittura, quindi è inutile negare che, nel recensire un suo film, sono di parte. Tuttavia cercherò di essere il più obbiettvo possibile.

In questo Crimson Peak del Toro sfodera tutto il suo talento visivo che strizza l'occhio a Corman, ai giogliellini della Hammer e anche al nostrano Mario Bava; tutto questo però attraverso la tipica ottica deltoriana, che tende molto allo stupore visivo piuttosto che a quello di scrittura. Forse è per questo che la sceneggiatura può risultare a tratti prevedibile e a tratti sciatta. Senza dubbio la scrittura è un limite di questo film, tuttavia, forse perché sono di parte, non me la sono presa più di tanto con del Toro perché le carenze di scrittura vengono compensate benissimo dalla fantasia visiva propria del regista che amanti e detrattori riconoscono.

Un altro pregio del film è senza dubbio la scelta degli interpreti, che si trovano perfettamente a loro agio nei panni dei personaggi, anche se, ripeto, il vero protagonista del film è del Toro stesso, che gira questo suo film come una vera e propria dichiarazione d'amore verso il cinema di genere, verso un tipo di cinema che, purtroppo, con gli anni è venuto a mancare.