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Crimson Peak

Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film

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La recensione su Crimson Peak

di mc 5
7 stelle

Film pieno di fascino e di stile, e purtuttavia lievemente deludente. Vediamo di affrontare entrambe queste impressioni. Premetto che mi piace il cinema di Guillermo Del Toro. Ne ho apprezzato i brillanti due episodi di "Hellboy" e anche il sottovalutato "La spina del dioavolo" ma soprattutto egli è l'autore de "Il Labirinto del Fauno", uno dei miei cult assoluti. Dunque se pregiudizio c'era, questo era senz'altro positivo. Devo dire che -a parte la qualità incredibile di una delle due protagoniste di cui riferirò più avanti, a parte costumi e scenografie ricchissime, a parte un sapiente commento sonoro da horror-thriller, tuttavia qui e là emerge un sentore di noia. Sarà forse perche quel castello disastrato è effettivamente cupo, sarà perchè per il 90% della durata si vedono sullo schermo sempre solo tre facce, boh. O -più probabilmente- si tratta di un'impronta barocca e stilosa che Del Toro ha voluto attribuire in eccesso all'opera. Non vorrei adesso cercare il pelo nell'uovo di un bel film, suggestivo al massimo in certi suoi fiabeschi e inquietanti passaggi. Diciamo innanzitutto che si tratta di un film soprattutto molto classico, nella scrittura, nelle atmosfere, nella location principale. E i canoni da castello maledetto con annesso passato tragico che rivive e solita maledizione che si riproduce tra quelle mura, beh, questi elementi sono tutti presenti. Un classico, appunto. E non a caso qualcuno ha accusato il buon Del Toro di calligrafismo. Da segnalare poi certi colori da allucinazione psichedelica che ci rammentano alcune produzioni di Roger Corman. Se qualcuno poi (che non ha visto il film) si chiedesse in che misura e in che chiave è svolto l'aspetto horror, diciamo che il film è disseminato di improvvisi e repentini sbocchi spaventosi assai crudeli che hanno dettato il divieto ai minori di 14 anni. Ecco, tutto questo mancava nel Labirinto del Fauno, dove tutto era improntato ad un racconto a tratti angoscioso ma preminentemente fiabesco, ciò che ne ha fatto un (quasi) capolavoro. Qui tale follia visionaria è invece sacrificata ad un barocchismo che "normalizza" la portata dell'opera. In sintesi: lo sguardo di Del Toro è sempre geniale, ma stavolta forse troppo piegato ad una volontà di omaggiare prima di tutto i canoni classici del genere gotico, mettendoci del suo un pò meno del solito. Il suo genio è in ogni caso sempre percepibile e la sua classe conclamata, ma a questo giro non ha certo allestito il migliore dei suoi lavori. Tre attori protagonisti che dialogano e interagiscono di continuo. E che attori. Tutti bravissimi ma con un distinguo importante. Tom Hiddleston è volto ormai noto a tutti, talento da vendere, ma onestamente l'ho visto altrove in ruoli migliori di questo. Mia Wasikowska è perfetta e aderisce in tutto al personaggio, anche se in certi momenti il suo approccio (pallida e malaticcia) appare un pò svenevole. Ma chi esce dal film come un gigante (da Oscar magari no, ma quasi) è un'immensa Jessica Chastain. La sua è una prova di recitazione che ha dello straordinario. La Chastain ci conferma che trattasi di una delle due o tre più grandi stars hollywoodiane sulla scena. Attrice intelligente e oculata nelle scelte, un viso favoloso (non esattamente una campionessa di bellezza, ma dotata di un volto così espressivo ed efficace da avere ben pochi uguali). E' lei la vincitrice assoluta di questo progetto, ben di più della esile e pallidina Wasikowska.

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