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Crimson Peak

Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film

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George Smiley

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Crimson Peak

di George Smiley
6 stelle

Con Crimson Peak Guillermo Del Toro mette in atto il ritorno in sala dell'horror gotico, riprendendo stilemi e tratti tipici della produzione Edgar Allan Poe targata Roger Corman e del gotico italiano di Mario Bava riaggiornandoli e modernizzandoli con il suo tocco fantastico e grottesco. La vicenda narrata prende luogo al tramonto del XIX secolo, rievocando le atmosfere lugubri, i personaggi tormentati e passionali e la tendenza al sovrannaturale di romanzi come "Cime tempestose" e "Jane Eyre" (l'ultimo adattamento del quale vedeva proprio Mia Wasikowska protagonista, il personaggio della quale ci appare come una novella Mary Shelley capace di avvertire la presenza dei fantasmi e di vederli). La fotografia evidenzia questo legame con la tradizione nello sfoggio dei tre colori primari (rosso, verde e blu) e le scenografie curatissime e deliziosamente raffinate confermano l'ambizione dell'operazione. La cura messa in atto nel lato estetico sembra però andare a discapito della sceneggiatura, la quale vorrebbe mettere al centro la narrazione e i rapporti che intercorrono tra i personaggi, ma finisce per caratterizzarli approssimativamente e in maniera superficiale, unica eccezione il personaggio di Jessica Chastain, il più interessante del terzetto principale e il meglio interpretato del gruppo di pur bravi attori chiamato a raccolta per l'occasione. La componente romantica si addice alle atmosfere di fine Ottocento desiderate dal regista, ma a volte la colonna sonora risulta melensa nell'accompagnare le scene di trasporto emotivo tra Tom Hiddleston e Mia Wasikowska, i quali riescono comunque a risultare convincenti nei loro drammi interiori. La parte migliore del lungometraggio è di gran lunga quella che si svolge nella dimora di Allerdale Hall, vero e proprio organismo vivente che respira e mantiene vivo il ricordo delle persone morte in essa. In questa casa stregata, in cui dominano inquietanti scricchiolii e orrorifiche presenze, le mostruose apparizioni degli spiriti, gradite ai patiti degli jump-scares, si riveleranno fondamentali nell'aiutare la protagonista a dipanare la matassa di un intreccio da thriller che vede coinvolti fratello e sorella Sharpe e il loro misterioso e lugubre passato, macchiato da rapporti adulterini e da sangunosi omicidi. Purtroppo il finale non mantiene l'ottimo livello del secondo tempo e finisce per scadere nel pacchiano, difetto che si ripresenta più volte durante la visione. Un film dunque non del tutto riuscito, che cerca di equilibrare la regia visionaria e l'intento classicheggiante di Del Toro ma che spesso si perde in un bicchier d'acqua a causa di alcune leggerezze che non ho per nulla gradito (come non pensare alla morte piuttosto ridicola di Lady Lucille Sharp, al fatto che il dottor Alan McMichael non crepi dissanguato dopo aver ricevuto ben due ferite gravi o alle affermazioni alquanto imbarazzanti messe in bocca a Edith Cushing di fronte al cadavere straziato di suo padre). Irrisolto, ma comunque con fascino (gotico).

 

Curiosità: sono notabili per lo meno tre citazioni da altri film horror ben più famosi di questo.

1) L'ombra del fantasma della madre di Edith, durante la sua prima apparizione, ricorda molto nelle movenze l'ombra di Gary Oldman/Dracula nella sua entrata in scena in Dracula di Bram Stoker con le lunghe dita artigliate protese verso sinistra.

2) La scena della moglie defunta di Sir Thomas Sharp nella vasca da bagno ricorda, manco a dirlo, quella del grande capolavoro di Stanley Kubrick, niente meno che Shining.

3) La scena di Edith che trova nei sotterranei di Allerdale Hall dei vasconi contenenti un liquido rosso e, avvicinatasi ad uno, ne rimesta il contenuto, ricorda la scena di Inferno di Dario Argento in cui Eleonora Giorgi, scesa nei sotterranei della biblioteca di Roma, incontra un mostruoso personaggio intento a mescolare un enorme calderone contente una sostanza misteriosa.

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