Regia di Roberto Mauri vedi scheda film
La prima - e unica - cosa che sorprende di questo film è il fatto che si tratta di un 'cappa & spada' fuori tempo massimo di una decina abbondante di anni: il genere infatti veniva praticato con successo (non eccelso, ma quasi sempre sufficiente a ripagare almeno le spese di produzione) di pubblico sul grande schermo nostrano fra la seconda metà degli anni Cinquanta e i primi Sessanta. Mauri cominciò come regista proprio da lì e, dopo qualche peplum, spaghetti western e prodotti affini, arrivò a La spada normanna, film in costume ambientato nel medioevo, proprio quando il cinema italiano prendeva a occuparsi in maniera massiccia della realtà quotidiana tramite polizieschi, thriller e commedie di costume (più spesso senza costume, a dire la verità). Controcorrente, ma certo non per scelta: più probabilmente questo era quel che passava il convento in quel momento; l'ambizione che La spada normanna sottende, d'altronde, non è nemmeno poca: la sceneggiatura firmata da Piero Regnoli vorrebbe essere (non tanto una trasposizione, quanto) una parafrasi del romanzo di Walter Scott Ivanhoe (1820). E in effetti la storia è sufficientemente equilibrata, così come la regia non compie eccessivi danni visti i modesti - ma non pochi - mezzi messi a disposizione dalla co-produzione franco-italo-spagnola. Il protagonista è Mark Damon, già quotato interprete di vari western all'italiana; accanto a lui troviamo, fra gli altri, Luis Davila, Vassili Karis, Nello Pazzafini, Krista Nell; accettabile colonna sonora, a cura di Roberto Pregadio (il futuro personaggio tv, nella Corrida di Corrado). 3/10.
Medioevo. Alla morte del re d'Inghilterra, Stefano Cunningham ne usurpa il trono. Si dovrà attendere il ritorno dalle crociate del prode Ivanhoe per ripristinare l'ordine nel Paese.
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