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Piccole scosse

Regia di Aleksandra Gowin, Ireneusz Grzyb vedi scheda film

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La recensione su Piccole scosse

di michemar
7 stelle

Inevitabile andare col pensiero al trio giovane e spensierato come quello che anima il bellissimo “Julies e Jim” di Truffaut, fatti però i dovuti distinguo, che sono tanti e ben evidenti. La coppia tanto affiatata dei due registi - che sarebbe giusto definire, ancorché giovani, due completi cineasti, autori infatti anche dello script di questo film e di diversi altri, e poi anche montatori, all’occasione compositori – gira con camera a spalla vicino ai visi di tre giovani ancora lontani dal loro futuro e non ancora sulla strada definitiva della loro vita. Aleksandra Gowin (una ragazza oggi 29enne) e Ireneusz Grzyb (38enne) sono gli autori di una storia che ha il profumo e la leggerezza della gioventù, per giunta spiccatamente di sapore mitteleuropeo.

Aleksandra Gowin, Ireneusz Grzyb

Piccole scosse (2014): Aleksandra Gowin, Ireneusz Grzyb

A due ragazze molto amiche, Kasia e Asia, si aggiunge per solitudine il giovane Piotr, appena mollato inspiegabilmente da sua moglie. I tre vivono in una tranquilla città polacca, Lodz, silenziosa, senza traffico, poche persone in giro. È come se in quella vuota città dell’Europa dell’est, animata soprattutto dallo svolazzante commento musicale degli Enchanted Hunters, che pare accompagni con la stessa leggerezza le movenze e gli avvenimenti dei tre protagonisti, è come se l’umanità si fosse fermata e assentata, per lasciare spazio solo a loro tre: ai registi non rimane altro che inquadrare  seguire Asia, Kasia e Piotr. Il loro mondo è come un cerchio e per tre punti – si sa - passa uno e un solo cerchio.

 

Szymon Czacki, Helena Sujecka, Agnieszka Pawelkiewicz

Piccole scosse (2014): Szymon Czacki, Helena Sujecka, Agnieszka Pawelkiewicz

Il primo approccio del maschio è con Asia ed è con lei che ci viene in mente che potrà nascere una storia affettiva: Asia è spontanea, espansiva, carnale, guarda dritto negli occhi dell’interlocutore, insomma è la trappola perfetta che può scattare su un giovane appena rimasto solo. Piotr però è ancora fermo nel ricordo della moglie e non fa alcun accenno di avance e ciò induce quindi la ragazza a spingerlo verso la sua intima amica Kasia, che però ha atteggiamenti piuttosto da lesbica. Inoltre quest’ultima è silenziosa, diffidente, non guarda in faccia a nessuno e si fida solo della sua amica. Il rapporto comunque tra i tre si solidifica sempre più, fino al punto di decidere di abitare assieme e perfino a dormire nello stesso lettone. Ma loro sono tre farfalle, tre animaletti, che raggiungono il massimo della loro intimità solo per gioco, come un balletto olfattivo. Il massimo della sequenza sessuale diventa così una danza tra i tre visi, che si sfiorano si annusano si fingono estasiati accennano ad un bacio che mai ci sarà. È forse il punto di maggiore creatività da parte del duo Gowin- Grzyb, che potremmo paragonare alla spensierata corsa sul ponte di Jules, Jim e Catherine, sequenza emblema del film di Truffaut. I distinguo di cui all’inizio però esistono e sono notevoli: per esempio i due film si differenziano innanzitutto per l’ambientazione storica; la leggerezza drammatica del film francese è una piuma poetica che si libera nell’aria prebellica mentre a Lodz domina un forte profumo di malinconia di fondo; i tre lì si amano con allegria, qui si osservano con mesta inquietudine.

 

Helena Sujecka, Agnieszka Pawelkiewicz

Piccole scosse (2014): Helena Sujecka, Agnieszka Pawelkiewicz

Forse i finali dei due film li può accumunare. Asia e Kasia sbarcano il lunario con un lavoro che pare venga direttamente da una fiaba: svuotano le stanze di chi va via, di chi muore. Suppellettili, soprammobili, piatti, tazze, quadri, monili che non verranno più usati? Ci pensano loro, li portano via per diventare prima ingombri nella propria casa e poi oggetti adatti per i mercatini nelle strade di Lodz. Piotr invece lavora in una fabbrica di scatole, scatole di diverse misure in modo tale che una entri nell’altra e così via. Scatole che si incastrano come matrioske, e Piotr ne va matto, orgoglioso del suo lavoro. Non vi sembra il tipo ideale per fare gruppo con quelle due strane ragazze che hanno quello strano lavoro? Nonostante le diffidenze iniziali, i tre giovani diventano un vero trio perfetto, omogeneo, con molta intesa. Ma tutto ciò non può essere per sempre. Arriva il giorno infatti che ognuno prenderà la sua strada, con il viso triste del giovanotto che vede riaffacciarsi la sua solitudine.

 

scena

Piccole scosse (2014): scena

Il loro futuro è lì ancora tutto da costruire, per adesso hanno solo vissuto le lievi incertezze della gioventù, hanno avvertito solo qualche scossone, anzi, piccole scosse. Poi il destino sicuramente fornirà l’occasione per stabilizzare le loro vite, senza più scosse, almeno quelle lievi. Perché da adulti le scosse non sono più piccole: in fondo, il bello delle prime scosse è che sono appunto piccole.

 

scena

Piccole scosse (2014): scena

Film piccolo e prezioso, dalle buone ambizioni, costruito con intelligenza e cura ed è avvertibile l’esperienza di montatori degli autori, ma non trovando molta distribuzione il film si accoderà mestamente alla lunga lista dei film invisibili, lasciando l’occasione solo appunto all’on demand. Il giudizio finale è un voto che va oltre la sufficienza, ampiamente meritata. 

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