Regia di Tobe Hooper vedi scheda film
Fanta horror che nasce dalla collaborazione tra il regista de Non Aprite quella Porta e Poltergeist con lo scenaggiatore di Alien. Stiamo parlando di Tobe Hooper e di Dan O'Bannon, due maestri del cinema bis degli anni '80 qua alla prima delle loro due collaborazioni, la seconda sarà Invaders, impegnati ad adattare un romanzo di Colin Wilson per il grande schermo. Ne viene fuori un prodotto un po' fracassone, ricco di effetti speciali, esplosioni e addirittura di marcate venature erotiche che si alternano a mostri, scariche elettriche e esseri umani ridotti allo stato scheletrico (simpatici effetti speciali). Purtroppo la sceneggiatura non è magistrale, tende a divenire fracassona poichè parte con un inizio alla Alien (degli astronuati portano sulla loro navicella spaziale delle creature che finiranno per contaminarli uccidendo l'intero equipaggio), proseguendo con la fuga delle creature sulla terra in una sorta di evoluzione del vampirismo (qua gli esseri, dei pipistrelloni che assumono sembianze umane, non succhiano sangue bensi energia vitale) che prende poi una piega ispirata a La Cosa, in quanto gli esseri riescono a prendere il controllo mentale degli uomini sostituendosi alla loro volontà, per chiudere con un epilogo in stile Zombi col morbo diffuso su un'inghilterra in preda alla pazzia e, tra fiamme ed esplosioni, flagellata da esseri ambulanti che ricordano le creature romeriane. Hooper, ispirandosi a Wilson, introduce delle decise venature erotiche con una coprotagonista, la bella e giovane Mathilda May, che se ne va in giro nuda per la città e si intrattiene col protagonista (Steve Railsback) un po' come farà qualche decennio dopo la protagonista di Species. Qui però la creatura non cerca la riproduzione piuttosto recuperare energie vitali da trasmettere all'astronave aliena che ha seguito la cometa di Halley di passaggio sulla terra (anche qua riferimenti a Romero e al fattore spaziale quale causa scatenante del morbo). Gli uomini divengono così fonti di energia vitale da succhiare fino a renderli scheletrici e, a loro volta, portatori di un virus che, post mortem, li rianima costringendoli a fare altrettanto. Da segnalare l'omaggio a Dracula di Bram Stoker offerto dal legame telepatico che si instaura tra la May (la vampira) e il contaminato protagonista (qua maledetto non per aver bevuto il sangue del vampiro, bensì per averne assunto mediante baci e abbracci parte della linfa vitale a livello di energia elettrica). Film da vedere per cultura personale, se siete amanti di B-Movie, ma un tantino fracassone. Cupissima la fotografia, secondo me troppo, curata dall'inglese Alan Hume proveniente da Il Ritorno dello Jedi,sequel della saga Guerre Stellari.
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