Regia di Robert Rossen vedi scheda film
Piccolo capolavoro del cinema indipendente americano di inizio anni '60, Lo Spaccone è il film che consacrera' definitivamente nel mito Paul Newman e la filosofia di fondo dei suoi personaggi (molto spesso ribelli), che rappresentano appieno il rifiuto delle regole sociali, da parte delle nuove generazioni. Seppur classificato come dramna sportivo, non risulta essere un mero film sullo sport, ma un ritratto grezzo ed in embrione dell'alienazione di una generazione di tardo -giovani che non sa cosa fare della propria vita.
Eddie (un Paul Newman ora alla sua miglior interpretazione per quanto ho potuto vedere dell'attore) è un talentuoso giocatore di biliardo, ma come il sottoscritto, ha un piccolo ma grande problema; l'iper-competitività eccessiva che lo porta a comportarsi da sbruffone e compiere continue spacconate sia gestuali che verbali nei confronti dei suoi avversari.
In effetti la trama in sé non è chissà che cosa, perché Rossen si concentra sul personaggio di Eddie Felson, se si entra in contatto empatico con lui, piacerà il film, altrimenti é molto più difficile perché questa pellicola fondamentalmente è legata intimamente al sui protagonista. Eddie non ha altro scopo nella sua vita che battere il campione Minnesota Fat; il problema è che anche se riuscisse a batterlo un giorno cosa ne guadagnerebbe alla fine della giornata? Nulla, perchè non ha uno scopo, ne' una ragazza (complessa la relazione che intrattiene con il personaggio di Piper Laurie, anch'essa ai margini della società), nè un orizzonte stabile se non vincere e primeggiare in tutti i modi a costo di giungere anche all'auto-distruzione (che non riguarda solo sè stesso).
Splendido il bianco e nero che cattura l'atmosfera di fumi ed alcool che si respira in queste sale giochi, tra luci molto forti che portano a sudare e il marcio che frequenta tali posti.
Alla fine Eddie forse risolve il problema nel medesimo modo in cui lo risolsi io, ma il senso di sconfitta lo stesso permane. Comunque me la cavo discretamente a biliardo e per questo il film mi ha appassionato, anche se credo sia fruibilissimo da tutti. Complimenti a Newman per essere riuscito a fare certi colpi che anche per il sottoscritto risulterebbero molto difficili da eseguire (ma immagino abbiano provato finchè non gli è venuto un take riuscito bene a Rossen), ma credo in alcuni punti vi siano stati degli "stunt" (Rossen inquadra il colpo e poi il giocatore... altre volte sentiamo solo il colpo secco del rumore del contatto delle palle da biliardo, in effetti non credo che Newman e l'altro attore potessero provare all'infinito finchè non gli veniva buona, certi colpi sono da professionista navigato).
Un capolavoro che funge da specchio generazionale, ma assolutamente potente ed incisivo oggi, grazie ad un personaggio che giustamente ha consegnato all'immortalità Paul Newman (madonna che figo, oltre che interprete di enorme bravura). All'epoca ebbe inaspettatamente buoni incassi e soprattutto 9 nomination, tra cui una naturalmente per Newman e l'altra per Piper Laurie.
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