Regia di Robert Rossen vedi scheda film
Il binomio Paul Newman-biliardo è uno degli accostamenti automatici che solo il cinema riesce a creare. In ogni partita fatta (poche) o guardata (molte) ad ogni tiro difficile spuntava fuori il nome dell'attore facendo crescere la mia curiosità, a quel tempo non capivo il continuo riferimento all'attore e ancora oggi non so se la sua fama sia dovuta a questo film o al successivo di Scorsese. Quello di cui sono sicuro è la bellezza drammatica di questo film secco e essenziale. Un film duro in cui per vincere veramente non bisogna solo saper mettere le palle in buca ma bisogna anche capire i veri sentimenti delle persone che ci stanno intorno, alzare gli occhi dal tavolo e dalle stecche. La parabola di Eddie Felson è quella di un perdente che alla fine ritrova la dignità o al limite un vincente circondato da persone che vogliono sfruttarlo. L'ascesa dopo la caduta rimane incompleta la partita con la vita è in corso, finora le palle hanno girato male ma Eddie lo svelto ha ritrovato il carattere oltre la stoffa. In definitiva un film anti-consolatorio dove quello di Scorsese riuscirà ad essere buono ma meno duro, più ritmato ma meno cattivo, più pieno ma meno essenziale.
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