Regia di Naomi Kawase vedi scheda film
Il cinema della Kawase, per quei pochi film che ho visto, mi ha lasciato sempre indifferente. L'entusiasmo che gira intorno alla regista giapponese non lo condivido. Lo dimostra questo Still the water, osannato a Cannes nel 2014, imperfetto, lunghissimo, 120 minuti di noia. Capisco la natura, la vita, la morte, la ruralità (c'era bisogno di aprire il film con lo sgozzamento - reale - di una capra per capirlo?), meno i personaggi apatici, fermi, senza sussulti. Un cinema schematico, meccanizzato, troppo semplice per essere simbolico. Qualche buon momento lo si trova, ci mancherebbe (la chiacchierata a tre con la figlia presa in giro per il suo probabile fidanzato) ma basta per farselo piacere? Anzi, questi momenti totalmente fuori contesto (ma splendidi), ci fanno pensare che la Kawase abbia sbagliato genere e dovrebbe tentare altre strade. Non è riuscita a fare un solo primo piano per mostrare un po' di rabbia, di istinto, di reazione, di anima, di ruralità. Lo ha fatto solo per la morte (appunto) e cioè: la madre e il capretto (ne ha sgozzati due per farcelo capire!). Sopravvalutata.
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