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Cinquanta sfumature di grigio

Regia di Sam Taylor-Johnson vedi scheda film

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La recensione su Cinquanta sfumature di grigio

di EightAndHalf
1 stelle

La locandina dichiara: perdi il controllo.

 

locandina

Cinquanta sfumature di grigio (2015): locandina

 

E allora perdiamolo questo controllo. Fifty Shades of Grey è una...merda, cioè, volendo sintetizzare con un'etichetta anche troppo eufemistica. Però, allo stesso tempo, è merda luccicante, una vetta impossibile del trash, un qualcosa di praticamente inimmaginabile che si fa fatica a raccontare, seriamente, se non per piccoli anfratti, o sfumature (...) che possano in qualche modo dare un'idea generale di ciò che aspetta il "curioso" spettatore. Trattasi di pellicola dalla pruderie sfiancante, quasi piccolo-borghese, politically correct e incapace di comprendere davvero cosa sta mettendo in scena. Ci starebbe pure dilungarsi sulla pretestuosità del tutto, su come siano i personaggi terribilmente piatti (seppur osservati e inseguiti per due - sfiancanti, esilaranti, deprimenti - ore), su come il sadomasochismo sia una robetta da strusciate di poco conto, su come colui che è stato autore dello script si sia fatto di crack quanto o più della madre biologica del signor Grigio che ha avuto una brutta infanzia, punto di partenza per tutte le sue "cinquanta sfumature di perversione" (...), ma è anche un modo di criticare il film che lascia il tempo che trova: volendo, che ci si aspettava? Dunque risulta magari più costruttivo un discorso sul senso di definire pretestuoso robetta rosa come questa. Tutta questa pseudo-storia potrebbe essere il pretesto per mettere in scena qualche oscenità, qualche cosa di brillantemente erotico, di avvolgente e passionale..macché, è la solita solfa che Twilight ha saputo farci sorbire a questo punto anche meglio raccontando quantomeno una storia (ma la storia anche in questo arriverà, bisogna solo avere pazienza, aspettare che dividano l'ultimo capitolo in due film per riempire alla seconda le sale...). Questo glamourizzare e rendere di moda il rapporto violento (se poi questa è violenza le carezze diventeranno schiaffi), trasformarlo in qualcosa di incredibilmente romantico e far sospirare alla vista del mitico signor Grigio che salva la verginella spettinata dal terribile traffico statunitense di Seattle, ha sul serio un che di pericoloso. Ma più che altro è pensare che qualcuno possa prendere sul serio questa storia a spaventare più di tutto il resto.

 

Jamie Dornan, Dakota Johnson

Cinquanta sfumature di grigio (2015): Jamie Dornan, Dakota Johnson

 

Ma le sale, per fortuna, hanno risposto con un sonoro senso di fastidio. Per carità, sono piene, però l'urlo "è finito!" da parte di qualcuno arriva, a rincuorarci che forse il grande pubblico pure ha una soglia di sopportazione.

 

Anche se resta il fatto che il film va visto, sì, bisogna saperne parlare. E' un po' fuori contesto dire di andare al cinema solo per film che meritano di essere visti quando si ha di fronte un capolavoro del genere, un capolavoro del trash che ha pochi altri film altrettanto divertenti. Bisogna vedere questa sorta di scempio che ha tutti i tempi filmici sbagliati, una colonna sonora sparata senza costrutto in sottofondo (ma, Danny Elfman, ma che diamine..?), dei dialoghi che non si sa se è più imbarazzata lei che parla con il misterioso signore Grigio o noi che guardiamo. Non c'è mistero né perversione nel film, non c'è il sadomasochismo, non ci sono le pulsioni, non c'è la passionalità scandalosa del rapporto erotico, non c'è l'eccitazione per il vedo-non vedo. Non ci sono gran bei corpi da perlustrare (il corpo di lei funziona a metà, meglio la parte inferiore che superiore...e quando si finisce per giudicare essenzialmente questo, vuol dire che non c'è granché altro), non ci sono inquadrature che sappiano fare lezione di cinema patinato, non c'è un singolo, sincero, sussulto. C'è solo una sorta di (mal)educazione sessuale per ragazzine tredicenni arrapate che non sappiano cosa vuol dire esserlo, con un per nulla tenebroso signor Grigio (tradurre il titolo con Grigio al posto del nome di persona Grey, anche nel romanzo, è una scelta ancora misteriosissima) che stila un contratto e per due ore sembra dovere vendere a lei qualcosa, come a dire che lui è un businessman fino al midollo, e che anche i rapporti umani possono essere comprati e venduti (sarebbe stata una bella riflessione: peccato che sia tutto involontario). In fondo Fifty Shades of Grey  è una lunga televendita nonsense di una sorta di idealizzata e barbosissima relazione finto-morbosa che trova nell'annodamento di una cravatta o in una sculacciata l'apice della violenza sadomasochistica, se non quando lui è arrabbiato e lei capisce che qualcosa non va (non bastava l'armamentario della sala dei giochi?).

 

Jamie Dornan, Dakota Johnson

Cinquanta sfumature di grigio (2015): Jamie Dornan, Dakota Johnson

 

Ma poi, tralasciando l'apparato psico-sociologico degno di un rotocalco della peggior specie ("io ti picchio perché sono fatto così", e lei "va bene, tanto ti cambierò, che mi costano un po' di botte e di strusciate del mitico Flagello?"), la cosa che lascia più intimoriti è che c'è totale corrispondenza fra ciò che assurdamente viene messo in scena e il modo in cui viene mostrato: in sintesi, di lei si vede tutto, di lui non si vede uno dei suoi strumenti preferiti, questo per confermare l'estrema, ignorante, stupida, ingenua, sbrodolante misoginia, che non si capisce davvero se ridere o piangere (ma si ride, a volontà: ogni battuta naviga su un mare di ridicolo involontario che merita da solo il prezzo del biglietto). E dev'esserci per forza un motivo dietro alle sue "cinquanta sfumature di perversione" (...), altrimenti non ci sarà spazio per la redenzione finale, che arriverà, possiamo esserne certi, ché le coppie miste (da Twilight ad altri simili) non possono esistere.

 

Dakota Johnson

Cinquanta sfumature di grigio (2015): Dakota Johnson

 

 

E ora, le piccole perle del film, giusto per tenere in allenamento la fantasia.

 

Interno, mattina. Lei è coricata sul letto, in preda a un risveglio da doposbronza. Lui torna dalla corsa tutto sudato, le comunica che ha dormito accanto a lei, e che lui l'ha spogliata per farla coricare. Lei chiede se avessero fatto qualcosa, lui risponde "mica sono necrofilo", al che sorge un forte dubbio sul significato della parola.

 

Jamie Dornan, Dakota Johnson

Cinquanta sfumature di grigio (2015): Jamie Dornan, Dakota Johnson

 

Interno, un ristorante, probabilmente il primo pomeriggio. Lui le chiede, da buon manuale citazionista "tu sei cresciuta con Charlotte Bronte, Jane Austen o Thomas Hardy?", e lei - ovviamente, eh - "Hardy", per dopo rispondere alla domanda di lui se lei sia effettivamente romantica: "un po' lo devo essere, studio letteratura inglese". Il fatto che questi retroscena finto acculturati siano terribili è poi riconfermato dall'ovvia citazione del Laureato, con la Mrs. Robinson che fece del piccolo signor Grigio un sottomesso per almeno sei anni. E non c'è mai fine al peggio.

 

Jamie Dornan, Dakota Johnson

Cinquanta sfumature di grigio (2015): Jamie Dornan, Dakota Johnson

 

Interno, sera, una sala con un lungo tavolo. Analizzano il contratto, fra battutine e sviolinate melodrammatiche messe in mezzo come nel miglior trailer di Maccio Capatonda (Cinquanta sfumature è l'ideale sequel di Italiano medio, volendo è anche più comico). Lei, con risolini e cose varie, dichiara "no, il fisting anale e vaginale non lo voglio. Mi stanno bene manette, le normali attrezzature da bondage, ma il nastro adesivo no. Poi, spiegami, cos'è il dilatatore anale?". Lui fa un risolino, poi la guarda seriamente. Lei si morde il labbro. Scena irresistibile. Da irresistibile caduta di gonadi.

 

E poi ultima, ma non ultima: "Io non faccio sesso, io scopo. Forte.", e cosa più banale non la si poteva dire. Ma vabbè, signore e signori, finché tutta la sala ride (e ride, e ridono tutti, anche quando non si vorrebbe), comincia a venire un po' di sollievo: non siamo gli unici a dimenarci sulle poltrone. Si fa fatica ad arrivare alla fine, nonostante le risate, ma la visione la merita. Perché bisogna vederli film del genere: e Cinquanta sfumature è importante, ridimensiona il concetto di trash che ci siamo potuti fare in più di un secolo di Cinema, e non è poco.

 

Dakota Johnson

Cinquanta sfumature di grigio (2015): Dakota Johnson

 

E - si permetta la domanda - chi diamine è Sam Taylor-Johnson?!

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