Regia di Werner Herzog vedi scheda film
La storia di Dieter Dingler è herzoghiana quanto basta: soldato americano riuscito nell'epica impresa di fuggire da un campo di prigionia durante la guerra del Vietnam e di poterlo raccontare (un suo commilitone trovò la via della fuga insieme a lui, ma non tornò comunque mai a casa), ha poi ricevuto dalla vita onori e soddisfazioni di vario tipo, dai riconoscimenti militari al successo lavorativo una volta smessa l'uniforme. Ma la parabola del 'piccolo Dieter', bambino tedesco con il sogno di pilotare aerei, è la storia di un eterno sognatore (ed eterno bambino) che non si ferma neppure davanti all'evidenza più crudele, che non perde mai la forza di volontà necessaria a raggiungere i propri obiettivi, siano essi la mera sopravvivenza in un campo di prigionia o le aspirazioni esistenziali più profonde. L'esperienza di Dingler è inoltre qualcosa di pressochè unico: non sono stati molti, infatti, i superstiti del conflitto in Vietnam rientrati in America potendo raccontare oltre quattro mesi di catene e torture. Ma ciononostante il protagonista di quelle vicende non solo ama ripercorrerle, ma è pure ben disposto a metterci la faccia e a riviverle in prima persona: insieme a Herzog parte perciò per i luoghi che lo videro trent'anni prima sopravvivere a quei traumatici avvenimenti e li racconta con grande eccitazione e comprensibile coinvolgimento, ma senza mai cedere alle emozioni. Nelle intenzioni di partenza, il film doveva essere girato in forma di fiction; non disponendo dei mezzi necessari, il regista e sceneggiatore tedesco si risolse infine di realizzare questo tipo di prodotto, un documentario incentrato sulla persona di Dieter Dingler sia nel racconto che sullo schermo. Solamente qualche anno dopo, nel 2006, Herzog potrà rimettere mano al suo progetto iniziale e girerà L'alba della libertà. 6/10.
Dieter Dingler, nato in Germania durante la seconda guerra mondiale e orfano di un soldato tedesco, si trasferì molto giovane negli Stati Uniti, dove coltivò il sogno che aveva da sempre: pilotare aerei. Prese così parte alla spedizione in Vietnam e là fu fatto prigioniero; per oltre quattro lunghissimi mesi venne torturato e, con un po' di fortuna e una massiccia dose di coraggio, riuscì infine a fuggire e a farsi trarre in salvo da alcuni suoi commilitoni.
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