Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Due ragazze hanno vinto un premio per un progetto scientifico, ma non ci sono fondi per realizzarlo concretamente. In treno incontrano per caso un professore che dà loro il numero di telefono di un collega potenzialmente interessato a sviluppare il progetto.
Si può chiudere un occhio sull'insignificanza artistica di questo cortometraggio, specie all'interno di una vasta filmografia densa di ottimi titoli come è quella olmiana, soltanto pensando che si tratta di un lavoro su commissione, per la precisione di Banca Intesa. Anche Sorrentino (La partita lenta) e Salvatores (Stella) in quel periodo realizzarono due corti sul tema del lavoro ordinati dal gruppo bancario; la terna fa parte del progetto PerFiducia. Il premio prende spunto da una storia realmente accaduta e le due interpreti centrali sono le reali protagoniste di quell'aneddoto, cioè Stefania Berselli e Maral Kinran; Maurizio Marchetti, attore di professione, è l'unico a risollevare il livello della recitazione del lavoro. A dirla tutta la trama è decisamente insulsa e non è neppure colpa della realtà da cui è tratta: forse estrapolare un passaggio più interessante (più decisivo, più concreto) della storia della Berselli e della Kinran avrebbe avuto più senso; così siamo semplicemente di fronte a una favoletta nella quale tre ragazzi (c'è anche Matteo Bessone, attore non professionista anch'egli) vengono premiati perchè "siamo giovani" (battuta conclusiva del film): rimanere allibiti è il minimo, soprattutto se si considera quanto detto in incipit: dietro la macchina da presa c'è Olmi, che potrà anche far sua la morale - giovane, curioso e intraprendente lo è anche a 78 anni, quando gira Il premio - ma che di certo ha prodotto lavori migliori. 3,5/10.
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