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Non è mai troppo tardi

Regia di Giacomo Campiotti vedi scheda film

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La recensione su Non è mai troppo tardi

di mm40
3 stelle

La storia di Alberto Manzi, giovane maestro elementare che nel secondo dopoguerra comincia a lavorare in un carcere minorile, per poi vincere un provino della Rai e contribuire a farne la storia con una trasmissione indimenticabile quale Non è mai troppo tardi.

Di sicuro con il passare degli anni il maestro Manzi è diventato una figura quasi leggendaria, sia per il personaggio pacato e amabile che per la sua missione importantissima e svolta con grande rigore e attenzione: scolarizzare una buona fetta di italiani analfabeti tramite la tv. Tutto questo in ogni caso è un po’ poco per fare assumere a Manzi i contorni agiografici che gli attribuisce questa fiction, improntata sui classici standard dei prodotti di tale risma, in genere dedicati a eroi dell’antimafia, martiri della resistenza o santi. Il problema ovviamente non è Alberto Manzi (peraltro interpretato in maniera convincente da Claudio Santamaria), quanto la confezione per la televisione, fasulla come null’altro sullo schermo e come sempre un po’ svilente per il soggetto trattato; con il termine confezione si intende qui non solo la resa estetica, ma anche la scrittura (sceneggiatura di Claudio Fava, Monica Zapelli e Giacomo Campiotti, da un soggetto dei primi due) che, per riempire duecento minuti in maniera da accattivarsi a sufficienza il pubblico domestico, procede per semplificazioni, romanzando e puntando al pathos, ai sentimenti più facili, tralasciando il resto. Senza dubbio la versione ridotta del film, che dura la metà, merita maggiormente la visione. Nel cast anche Nicole Grimaudo, Marco Messeri, Lucia Mascino, Raffaele Vannoli, Walter Lippa, Giorgio Colangeli, Roberto Citran e Lorenzo Guidi. Il regista è il già citato Campiotti, al ritorno a mamma Rai dopo la sortita sul grande schermo con Bianca come il latte, rossa come il sangue (2013). 3,5/10.

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