Regia di Stefan Haupt vedi scheda film
Zurigo, 1956. Tranquillo insegnante di letteratura francese in rigido istituto femminile e talentuoso cantattore en travesti s’incontrano e si amano. Galeotta la sede del “Der Kreis”, rivista a target omo con 2.000 iscritti e visto censura. Mentre la loro storia nasce e procede, tra coming out rimandati, amanti abbandonati e d’occasione, famiglie inconsapevoli e amorevoli madri che cuciono vestiario di scena, si testimoniano le vicende della rivista e della locale comunità omosessuale, d’un tratto aggredita dalla pubblica opinione a causa di una serie d’omicidi di frequentanti per mano di marchette (plagiate dal male omosex, secondo la stampa). Le tessere fiction, sotto l’egida dei due reali protagonisti, s’incastonano a interviste per rifinire una storia esemplare, che testimonia un’epoca - buia per la fatica dell’affrontare la propria identità di fronte al pregiudizio, per la repressione sociale del conformismo, e con bagliori umani come il gioioso lavorio clandestino e le figure solidali - e raccontare una storia di lotta per i diritti con lieto fine ai giorni nostri: Ernst Ostertag e Röbi Rapp sono la prima coppia dello stesso sesso sposata in Svizzera. Dove, per parafrasare Il terzo uomo, oltre agli orologi a cucù han raggiunto un altro traguardo. Uno di quelli che in Italia ci scordiamo, nonostante il Rinascimento. Una docufiction pulita, adeguata al compito testimoniale ed emotivo che si prefigge, con inserti drammatici che sanno non essere meramente espositivi.
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