Regia di Johannes Holzhausen vedi scheda film
Da Arca russa, 96 minuti tra le sale e le storie dell’Hermitage di San Pietroburgo, all’intrattenimento didattico/fantastico di Una notte al museo (tre film, tre sedi: Museo di Storia naturale di New York, Smithsonian di Washington, British di Londra), il rapporto tra cinema e cattedrali della cultura s’è fatto recentemente sempre più stretto. E non è solo questione di videoarte, di cinema da galleria: musei come contenitori di storie passate, film/mostra (con successo di pubblico), nuove frontiere del brand entertainment da parte delle istituzioni culturali (con apice il Louvre di Visage di Tsai e del prossimo Sokurov), trionfi della convergenza mediale (per esempio il Nightwatching di Greenaway e il lavoro su Rembrandt per il Rijksmuseum di?Amsterdam). Con Il grande museo di Vienna siamo dalle parti di La ville Louvre di Philibert e National?Gallery di Wiseman: un doc d’osservazione che coglie retroscena del processo d’allestimento, bisticci sul budget, discussioni sull’attribuzione di un dipinto, ma che sa anche abbandonarsi alla pura contemplazione di oggetti d’arte e perdersi nell’incontro con situazioni surreali (in campo lungo un operaio distrugge a picconate una pavimentazione, in vista della ristrutturazione, una steadicam segue tra i corridoi un lavoratore in monopattino...). Da vedere con Museum Hours di Jem Cohen, anch’esso ambientato nel Kunsthistorisches: esercitarsi a meditare sull’arte, per imparare a comprendere il mondo.
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