Già console britannico a Cuernavaca in Messico, Geoffrey Firmin scandalizza la buona società annegando nell'alcol il ricordo di Yvonne, la moglie che lo ha lasciato. Ferito, quando lei tenta di riconciliarsi la respinge e le rinfaccia la relazione con il fratellastro Hugh. Poi si rinchiude, ubriaco, in un bordello. Qui è sbeffeggiato, derubato e trucidato, e anche Yvonne, che lo ha raggiunto, muore per il calcio di un cavallo. Già Buñuel e Losey avevano pensato di adattare l'omonimo magmatico romanzo di Lowry: Huston supera le difficoltà concentrandosi sull'intreccio e sulla deriva fallimentare dei personaggi, cardini del suo stile vigoroso. Grande Finney, fotografia del bunueliano Figueroa.
Huston adatta l'omonimo romanzo di Malcolm Lowry e, anziché dare slancio a una narrazione un po' loffia e inerte, si adagia su una sobrietà stilistica che talvolta sfocia nell'inconsistenza. A garantire un risultato dignitoso ci pensano la splendida fotografia di Gabriel Figueroa e un bravissimo Albert Finney. Non brutto, ma privo di guizzi. Voto 6
Tutto si svolge fra 1 e 2 novembre 1938: un ex console inglese in Messico, costantemente ubriaco, si ricongiunge con la moglie che lo aveva lasciato un anno prima ma non riesce a perdonarle di averlo tradito con il giovane fratellastro. La leggenda dell’infilmabilità del romanzo di Malcolm Lowry si deve alle numerose sceneggiature che ne erano state tratte inutilmente, più… leggi tutto
Capablanca, Alekhine, Botvinnik, Petrosyan, Spasskij, Fisher, Karpov, Kasparov, Anand, HAL 9000, IBM Deep Blue… E, adesso, Elizabeth Harmon.
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Huston adatta l'omonimo romanzo di Malcolm Lowry e, anziché dare slancio a una narrazione un po' loffia e inerte, si adagia su una sobrietà stilistica che talvolta sfocia nell'inconsistenza. A garantire un risultato dignitoso ci pensano la splendida fotografia di Gabriel Figueroa e un bravissimo Albert Finney. Non brutto, ma privo di guizzi. Voto 6
commento di rickdeckard