Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film
Gli anni Settanta furono il periodo di maggior splendore per Castellari, una decade di superlavoro per il cinema di genere nostrano nella quale il Nostro licenziò 13 pellicole 13; la fortunata serie si apre proprio con questo Gli occhi freddi della paura, thriller dall'ambientazione e dall'atmosfera proto-poliziottesche. Con ciò si intende sottolineare il ruolo pubblico del personaggio centrale della vicenda (nonostante non sia concretamente il più presente in scena), cioè un magistrato, un rappresentante dell'ordine e dello Stato, nonchè l'irruzione della violenza gratuita e della delinquenza nella vita di tutti i giorni, altro elemento che imperverserà sugli schermi del Belpaese nei successivi anni di metropoli in ginocchio e sbirri al di fuori della legge. Detto questo, il film è comunque un discreto congegno scritto dal regista stesso, da Tito Carpi e da Leo Anchòriz (nel segno di una co-produzione fra Italia e Spagna) nel quale la tensione monta pian piano e l'apice finale non può che definirsi riuscito. L'azione non manca, anche se la maggior parte della pellicola è girata all'interno di un appartamento; convince il cast, nel quale non mancano buoni e ottimi nomi: Fernando Rey, Frank Wolff, Giovanna Ralli, Gianni Garko e Karin Schubert sono quelli principali. 5/10.
Due delinquenti irrompono in casa di un magistrato, ma non lo trovano. In casa ci sono invece il figlio dell'uomo e la sua ragazza; i due banditi li sequestrano, in attesa del ritorno del padrone di casa. Il ragazzo tenta in ogni modo di avvertire il padre e di scappare, ma la tragedia è dietro l'angolo.
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