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Thou Wast Mild and Lovely

Regia di Josephine Decker vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Thou Wast Mild and Lovely

di mck
8 stelle

Un'estate con Sarah.

 

“Nel corpo, non meno che nel cervello, è racchiusa la storia della vita.” 

Edna O'Brien, autrice di “the Country Girls”, 1960 ( ediz. ital. Elliot, 2013 ), in esergo a “l'Animale Morente” di Philip Roth, 2001 (Einaudi). 

 


1. Tu Fosti Mite e Amabile (introduzione).

He says, "Murder", he says.
Is that the language of love ?

Jimmy McHugh e Frank Loesser (1942).

Betty Hutton (1943) e Tori Amos (2003).

Tra il Cedar Creek Lake e Mount Vernon ( Sweet, Sweet Home ), Kentucky.
Non un'ombra di Chiesa Cristiana Protestante Battista gettata sul terreno a togliere luce all'erba che cresce.
Frinire di grilli. Fin qui, tutto bene.
Cow/Horse-Cam a riprendere l'incubo pastorale di Sarah, al contempo Caino ed Eva stanziale, ragazza che ama le crudità ( se ancora pulsanti e sgambettanti è meglio : l'azzanno è falso - ma discretamente costruito - come il fallo di gomma-plastica-lattice verso il principiarsi della fine ), e che ogni estate, una dopo l'altra, vede arrivare il suo amore - Adamo vagabondo - sotto spoglie, maschere e sembianze di volta in volta sempre diverse : quello di quest'anno è detto Shoulders ( così lo chiama il di lei padre/patrigno ), che - oltre a portare in viso l'ingiustizia d'assomigliare ad una via di mezzo tra Alessandro Cattelan e Dominic Monaghan - s'incurva piegato dal giogo di un peccato da espiare già ben piantato sulle ( per l'appunto ) spalle nervose e cela malamente un piccolo circolo di pelle più chiara sull'anulare a testimoniarne fantasmaticamente la colpa ( qualcosa di irrimediabile è accaduto a sua figlia, e in qualche modo lui c'entra : al contrario di Jack Torrance, però, in questo down-look agreste situato nel centro di quel nulla che non è già più MidWest e nemmeno è ancora profondo sud e che porta il nome di Kentucky, Akin di lavoro ne ha, da fare. E una donna più forte di lui, al fianco, con cui stare ). 

 


Volendo, è la regista e sceneggiatrice stessa, Josephine Decker, classe 1981, qui al suo secondo lungometraggio dopo “ Butter on the Latch” e una serie di cortometraggi e installazioni artistiche

( al TFF del 2014 - dove ha presentato i due lunghi e i molti corti che ha girato nella sua ancora breve carriera - ha partecipato - in coincidenza col Giorno del Ringraziamento - ad una performance collettiva che ha raggiunto il climax in un Lancio di Cibo : qui 

 

 

la vediamo alle prese con degli spinaci. So' cose ),

a parafrasare con la propria opera lo Steinbeck di "East of Eden" ( da lei espressamente citato come riferimento primario ) : « È pur vero che siamo fragili, brutti, meschini e litigiosi, ma, se quel che siamo fosse tutto qui, saremmo scomparsi dalla faccia della terra ormai da millenni. Questo oggi mi sento di dire, e lo voglio dire in modo chiaro, sì che non lo si debba dimenticare leggendo [ assistendo a ] quanto di terribile e increscioso seguirà in questo libro [ film ] » {*}.

{*} http://ilmanifesto.info/sotto-il-segno-di-caino/

Resta una ciocca di capelli strappata / una testa di bambola / un'extension, sul pavimento.

 


2. Tu Fosti Dolce e Bellissima (specifiche tecniche).

Gente che va, gente che viene, e tempo che ci prova, a rimanere.

Regia, Soggetto e Sceneggiatura  :  Josephine Decker
Co-Sceneggiatore  :  David Barker
Fotografia  :  Ashley Connor
Montaggio  :  Josephine Decker, David Barker, Steven Schardt
Scenografia  :  Sarah O'Brien e Megan Billman
Original Score  :  Mollly Herron e Jeff Young
Sound Designer - Sound Editor  :  Martín Hernández
Casting  :  Emily e Josephine Decker

Produzione  :  Laura Klein, Laura Heberton, Russell Schaeffer, Lavallette Interests Ltd.

78' --- 1.78:1

Sarah  -  Sophie Traub
Akin  -  Joe Swanberg
Jeremiah  -  Robert Longstreet
Drew  -  Kristin Slaysman

 


Meno di due settimane di riprese effettive e un lavoro sul sonoro ( ''altmaniano'' : un editing preciso e complesso ed un utilizzo polifonico molto consapevole ed inventivo ) assai rilevante.
La sceneggiatura e il montaggio si propagano vicendevolmente, scrivendosi l'un l'altro.
La fotografia merita un elogio a parte : anche senza considerare il gioco del/col PdV bovino/equino ( e come non riandare con la mente a “UpStream Color” di Shane Carruth e a “the Lobster” di Yorgos Lanthimos ) basterebbe il lavoro sulla superficie dei corpi, sulla pelle, sulla vegetazione, sul cielo ( il calligrafismo di “Duke of Burgundy” di Peter Strickland qui diventa sanguigno ) e sul calore degli interni, o la sequenza threesome con soggettiva bendata, ad evidenziarne il valore ''a sé''. 

 


Da sottolineare anche un uso del fuori fuoco ''molto'' particolare ( almeno per un indie-movie, anche se arty ) ed interessante [ non so quanto dettato dal tempo e dai mezzi ( luce scarsa in interni ) a disposizione e quanto voluta : propenderei per la seconda ipotesi : anche in esterni il diaframma viene tenuto aperto al massimo, ma senza apparentemente esagerare con lo zoom o con obbiettivi a focale troppo lungha e stando vicino agli attori - operando a distanza di braccio o di fiato -, e di sicuro senza aberrazioni sferiche ( e oltre : lenti limate appositamente ) come nel "Post Tenebras Lux" di Carlos Reygadas ] : né più né meno dello scolastico effetto bokeh, ma ben utilizzato. 

 


Attori sono un altro punto di forza, fermo e cangiante : se Joe Swanberg è un po' monocorde, sottotono e ripetitivo ( ma in parte è il personaggio che lo vuole, ''e poi'' Josephine Decker e il suo interprete avevano già lavorato insieme, ma a ruoli invertiti ( lui regista, attore e scrittore, lei attrice e co-sceneggiatrice ) in “Autoerotic” e "Art History" ), Sophie Traub è una scoperta anzi meglio una conferma che oserei definire importante. Robert Longstreet ( di una monovalenza variegata ) e Kristin Leysman ( che entra in scena nell'ultimo terzo e lascia un segno a poco a poco indelebile ) sono due presenze difficili da dimenticare che vanno a completare un ottimo cast(ing). 

 

( ↑↑↑ Sophie Traub in TWM&L --- Harriet Andersson in "Sommaren med Monika" di Ingmar Bergman del 1953 ↓↓↓ )


3. Tu Fosti Tenera e Adorabile (svolgimento).

…l’umana spezie e ’l loco e ’l tempo e ’l seme...

Le ellissi di quest'opera, il non detto e il fuori campo, agiscono sui topoi del cinema e del racconto in generale, senza instaurarsi nel corpo della grammatica filmica [ a parte un piccolo, azzeccato e meraviglioso triplo flashback consecutivo e progressivo ( dal PdV di Flowers, la mucca fuggitiva che ha avuto la sua emozionante, incantevole avventura di giornata ) via via sempre più a ritroso a piccoli passi verso l'albeggiare - messo lì, come voglia e necessità di stupire, delicatamente riuscendoci - a disvelare un'azione di Sarah ], e perciò autoannullano la loro carica ''artistica'', restituendo un puro racconto, che risulta altresì e perciò prevedibile in quasi tutti i suoi sviluppi e passaggi - mentre dal mumble-core

[ qui siamo agli antipodi del genere : si pensi all'uso del voice over ( che in certe situazioni, momenti e scene diviene quasi un voice off ) della protagonista nel primo terzo di film, e al suo ritorno nel sottofinale ( qui il voice off è completamente accantonato, e il voice over giunge a noi da un passato oramai irraggiungibile ma sopravvissuto...grazie al cinema ) : un puro gesto dislocato oltre il film, un'extradiegesi del tutto naturale, un commento da semi-deus ex machina ]

sfocia nel gore terminale ( anticipato da alcuni flashforward nella prima metà innescati da una battuta del patriarca ) stornandone il chiacchiericcio e cristallizzandone e precipitandone il nucleo macellante -, ma non per questo meno appagante.

 


Beautiful SomeWhere.
Ci penserà per l'appunto il finale, poi, a sorprender quel tanto che basta ( la famiglia tradizionale vince contro quella disfunzionale, direbbero i pazzoidi contro-reazionari, talmente contro che fanno il giro e diventano restauratori della reazionarietà : una ''critica'' miope che si potrebbe sollevare tanto alla ''morale'' finale di “Prisoners” quanto a “Fargo - la Serie - 1a stag.”, a “the Night of the Hunter” ed “Eyes Wide Shut” : film che ''elogiano'' la famiglia ''tradizionale'' - mentre qualche incompetente la definirebbe ''naturale'' - tanto quanto “Monsieur Verdoux” e “Natural Born Killers” ).
Ovviamente, “I'll Not Be A Stranger” di Ralph e Carter Stanley ( the Stanley Brothers and the Clinch Mountain Boys ), risuona come uno sberleffo. Il ridicolo sovrasta il Male, e il bluegrass accompagna la famigliola verso un meraviglioso "da qualche parte", bellissimo "nessun dove". E definibile ''casa''.

 


4. Thou Wast MILD and LOVELY (conseguenze).

Il nome di Malick ( BadLands, Days of Heaven, To the Wonder ) ed in parte quello di Lynch ( Blue Velvet, Wild at Heart, the Straight Story ) insorgono sin troppo evidenti, specifici e spontanei per essere ''significativi'', ma è il già citato Reygadas di PTL ( da un PdV più formale che contenutistico ), da una parte, ad emergere come riferimento di partenza, e il Roberto Minervini di “Stop the Pounding Heart” ( più sostanziale che stilistico ), dall'altra parte, a incamerare e restituire la lezione come approdo, mentre gli attracchi intermedi sono infiniti : tra l'erotico agreste e il thriller rurale c'è l'intero mondo del cinema declinato in più maniere, dal sentimentale allo slasher [ “Martha, Marcy, May, Marlene“ di Sean Durkin, “Gummo” e “Julien Donkey-Boy” di Harmony Korine, “Woman” di Lucky McKee, “Me and You and EveryOne We Know” di Miranda July, “UnderTow” e “Joe” di David Gordon Green, il cinema di Ben Wheatley, “Killer Joe” di William Friedkin ( in cui un geco fa una fine migliore in mano a Juno Temple rispetto a quella dell'anuro in seno a Sophie Traub ), etc...] e, per rimanere sulla penisola senza utilizzare l'HighWay 61, da sud a nord, senza incidenza temporale : Non Si Sevizia un Paperino, Padroni di Casa, le Meraviglie, la Casa dalle Finestre che Ridono, il Vento Fa il Suo Giro, Oltre il Guado... 
Scevro e setacciato da questi riferimenti, il film che affiora è valido : bisogna accettarlo completamente, e allora fluisce, scorre, s'incunea, lavora, scava, (s)colpisce.  

 

Altra ruralità...omicida, ma slapstick : “Murder, He Says” di George Marshall del 1945. 

 

“Sister, thou wast mild and lovely / […] / Where no farewell tear is shed” - Inni, Salmi, Preghiere e Desiderata (Mount Vernon). 

 

Marrone, Verde ed Indaco ( tanti più nomi per il blu - e per il rosso - che per il resto dell'arcobaleno, l'essere umano ha conferito allo spettro di questo pianeta ) : Acqua nella Terra, Acqua nell'Erba, Acqua nell'Aria.
E sfumature di Carminio, in Corpo.

 

* * * (½) ¾  

 

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Il film è noleggiabile da qui :

 

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