Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film
Secondo me, Sotto il segno dello Scorpione è un film non del tutto riuscito, ma indubbiamente interessante. Ha, certamente, momenti di stanca e denuncia in parecchi frangenti l'appartenenza ad un certo periodo del cinema italiano, caratterizzato da una messinscena influenzata più o meno in pari misura da Brecht (l'apologo che tende alla metafora dell'oggi, attraverso la rappresentazione di un passato mitico o di un futuro possibile) e da Godard (per il gusto di un cinema come fosse un happening, in cui predomina la volontà di spiazzare lo spettatore). I fratelli Taviani, poi, adottano una messinscena che richiama, per diversi aspetti (non ultimo una sorta di "ratto delle Sabine"), i miti fondativi di Roma e la sua rappresentazione epica che è l'Eneide di Virgilio, cui rimanda anche la presenza di Giulio Brogi, reduce dall'Enea televisivo, e qui affiancato ad un altro attore carismatico del nostro cinema, Gian Maria Volonté. Ma sono evidenti i riferimenti al dibattito allora attuale sulla necessità e sulle modalità della Rivoluzione, grazie alla contrapposizione di due gruppi umani, che stanno a simboleggiare lo scontro tra massimalisti della rivoluzione e conservatori/riformisti. Alla fine, la frase che rimbomba nella testa del capo dei rivoluzionari è «non era necessario», quando vengono ammazzati a randellate due giovani della fazione avversa. Sì, perché la violenza è un elemento pregnante di questo film dei fratelli Taviani: infatti il segno zodiacale dello Scorpione è tradizionalmente associato alla violenza, essendo governato da due pianeti intitolati a due divinità oscure e bellicose come Plutone e Marte (il primo signore dell'Ade, il secondo dio della guerra). Per di più, nel segno dello Scorpione, «Venere è in esilio» - e infatti l'amore, con poche eccezioni, si manifesta sotto forma di violenza sessuale, mentre le donne si costringono ad una sorta di suicidio rituale e collettivo in stile lemming -, mentre il minerale tipico di questo segno zodiacale è il ferro, e sarebbe plausibile ritenere che l'intera vicenda si svolga in una parallela o ritornante età del ferro. A distanza di tanti anni, Sotto il segno dello Scorpione resta un prodotto anomalo ed originale della cinematografia italiana.
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