In un'imprecisata epoca dell'antichità un gruppo di uomini scampa all'eruzione vulcanica che ha distrutto la loro isola e approda su un'isola vicina. Dapprima accettati dagli abitanti, vengono poi imprigionati. Con uno stratagemma si liberano e rapiscono le donne dei loro carcerieri, con cui fonderanno una nuova civiltà sul continente. Ricostruzione in chiave mitologica della nascita di una società, il film rivendica alla determinazione rivoluzionaria il merito dei grandi mutamenti della storia dell'umanità. Ma il film è oggi quasi inguardabile nella sua ansia metaforica e nel suo ingombrante sperimentalismo.
sembra la goffa caricatura di un film di Godard, per la sceneggiatura e il trattamento del suono, e uno di Peter Brook, per l'impianto teatrale e la coralità. l'iniziale interessante uso della soundtrack avanguardistica di Vittorio Gelmetti viene ben presto abbandonato per essere ripreso, enigmaticamente, solo nel finale. datatissimo e irritante.
Due civilta' si ncontrano in un'epoca imprecisata.Stop.Il peggior film intellettualistico mai visto al cinema.Inguardabile e insopportabile.E pensare che c'e' pure il grande Volonte'.Ma mi faccia il piacere…
Mi è sembrato un film molto schematico nel suo evolversi. Secondo me ,l'idea poteva essere buona ma non viene riportata in maniera convincente sulla pellicola.
Secondo me, Sotto il segno dello Scorpione è un film non del tutto riuscito, ma indubbiamente interessante. Ha, certamente, momenti di stanca e denuncia in parecchi frangenti l'appartenenza ad un certo periodo del cinema italiano, caratterizzato da una messinscena influenzata più o meno in pari misura da Brecht (l'apologo che tende alla metafora dell'oggi, attraverso la rappresentazione di un… leggi tutto
La preistoria come non-storia? L’estetica del sacco di iuta, con la sua ruvida uniformità e le sue selvagge sfilacciature, viene qui applicata a scenografia e sceneggiatura, in nome di una teatralità rozza, che la regia tagliuzza alla bell’e meglio, ricavandone insipidi frammenti. Se lo scopo era presentare un innovativo tipo di realismo, grezzo e informe come… leggi tutto
Pretenzioso ideologicamente (sarebbe davvero un apologo della rivoluzione?) e tecnicamente, a livello visivo ed auditivo: un montaggio secco e frenetico, scenografie poverissime (più che altro lande desolate), buio imperante, una colonna sonora fastidiosa e opprimente. Un'opera ostica. leggi tutto
IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA
In una remota epoca mitologica, ci imbattiamo nelle travagliate vicissitudini che coinvolgono l'etnia degli Scorpionidi, abitanti di un'isola vulcanica del Mediterraneo, mentre lottano per la sopravvivenza cercando di raggiungere un'isola poco distante dalla loro, devastata a seguito dell'eruzione del vulcano che si erge sulla sommità delle sue…
Cicala, oh!, cicala, che suoni, e canti, maschio, il tuo rumore bianco - amplificati schiocchi e vibrazioni a modulazione di frequenza sui 100 e passa decibel* - per tutte le femmine in ascolto, e per tutta…
Alcuni uomini di una civiltà di un'epoca imprecisata, fuggono dalla loro isola distrutta ed approdano in un'altra. Lì trovano degli abitanti ospitali, ma poi vengono da essi imprigionati. Evadono, li massacrano e rubano le loro donne...
E' puro cinema allegorico e sperimentale, sorretto da una regia fantasiosa e da buoni attori. Ma alla fine sembra piuttosto irrisolto e…
un film che sia nell'idea della sceneggiatura, sia nelle scelte stilistiche vorrebbe essere innovativo e "intellettualistico". la storia è amcientata in un tempo incomprensibile, su un'isola sconosciuta da popolazioni sconosciute. perchè tutto questo non interessa ai Taviani, sono concentrati a mostrarci il tentativo, con la forza, di far nascere una nuova società dopo la caduta di una e a…
Quando si smarrisce la percezione del futuro e le migliori coordinate etiche segnano il passo ad un insondabile sensansazione di incertezza. Sono la crisi economica, la crisi dei mercati globali, la crisi della…
Secondo me, Sotto il segno dello Scorpione è un film non del tutto riuscito, ma indubbiamente interessante. Ha, certamente, momenti di stanca e denuncia in parecchi frangenti l'appartenenza ad un certo periodo del cinema italiano, caratterizzato da una messinscena influenzata più o meno in pari misura da Brecht (l'apologo che tende alla metafora dell'oggi, attraverso la rappresentazione di un…
Condivido l’opinione di FilmTV: "Ricostruzione in chiave mitologica della nascita di una società, il film rivendica alla determinazione rivoluzionaria il merito dei grandi mutamenti della storia dell'umanità. Ma il film è oggi quasi inguardabile nella sua ansia metaforica e nel suo ingombrante sperimentalismo". Non saprei aggiungere altro, ma non capisco come da questo…
La preistoria come non-storia? L’estetica del sacco di iuta, con la sua ruvida uniformità e le sue selvagge sfilacciature, viene qui applicata a scenografia e sceneggiatura, in nome di una teatralità rozza, che la regia tagliuzza alla bell’e meglio, ricavandone insipidi frammenti. Se lo scopo era presentare un innovativo tipo di realismo, grezzo e informe come…
Solitudini e latitudini (basse), naufragi e buen retiros. L'isola è talvolta un altrove dove fuggire o sognare di fuggire, altre volte un eterno dove dal quale si sogna di scappare... Occasionalmente un perfetto qui e…
La teorizzazione di quanto è necessaria la rivoluzione.Devo riconoscere che non mai amato granchè il cinema dei fratelli Taviani riconoscendogli comunque onestà intellettuale cristallina.Qui forse si sono fatti prendere la mano.E'un film uscito appena dopo il 68 e secondo me è fatto di primaria importanzza.E'come se l'atmosfera sessantottina abbia ispirato questo apologo rivoluzionario…
Pretenzioso ideologicamente (sarebbe davvero un apologo della rivoluzione?) e tecnicamente, a livello visivo ed auditivo: un montaggio secco e frenetico, scenografie poverissime (più che altro lande desolate), buio imperante, una colonna sonora fastidiosa e opprimente. Un'opera ostica.
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Commenti (5) vedi tutti
sembra la goffa caricatura di un film di Godard, per la sceneggiatura e il trattamento del suono, e uno di Peter Brook, per l'impianto teatrale e la coralità. l'iniziale interessante uso della soundtrack avanguardistica di Vittorio Gelmetti viene ben presto abbandonato per essere ripreso, enigmaticamente, solo nel finale. datatissimo e irritante.
commento di giovenostaIrrisolto.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiDue civilta' si ncontrano in un'epoca imprecisata.Stop.Il peggior film intellettualistico mai visto al cinema.Inguardabile e insopportabile.E pensare che c'e' pure il grande Volonte'.Ma mi faccia il piacere…
commento di eziobruttissimo
commento di bocchanMi è sembrato un film molto schematico nel suo evolversi. Secondo me ,l'idea poteva essere buona ma non viene riportata in maniera convincente sulla pellicola.
commento di CCCP