Regia di Josephine Decker vedi scheda film
C'è qualcosa di inespresso nelle immagini di Butter on the Latch. Qualcosa di intrappolato in esse. Che rimane incastrato nel montaggio. Come un avvenimento catartico che striscia e si sposta di sequenza in sequenza, rimanendo potenziale. Quindi, una misterica liberazione bloccata, rimandata costantemente. Schiacciata tra un Tom à la Ferme e un Leones. Butter on the Latch è uno sciamanico tentativo di purificazione pulsionale, come un impossibile incontro/scontro tra A Spell to Ward Off the Darkness e Mesa sto Dasos. Insomma, "un incantesimo per sconfiggere l'oscurità" che non ha funzionato. E ogni desidero implode, bruciando dentro, soffocando in un (fuori)fuoco quasi grandrieuxiano. E dell'Innocence rimane solo un ricordo. Un sogno. Anzi, macerie.
Un lavoro originale e spiazzante, nonché un'opera fortemente suggestiva e conturbante, impresiosita sicuramente da alcuni evocativi inserti onirici. Un film che si deposita sottopelle.
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