Regia di Alonso Ruizpalacios vedi scheda film
Il viaggio epocale di un adolescente assieme al fratello universitario e ad un suo compagno di studi: tre caratteri ufficialmente alla ricerca di un cantante-mito, in pratica alla ricerca di una ragione esistenziale che latita dopo la confusione di ideali che rispecchia incertezze legate all'età e alla incerta condizione sociale. Carino ed estroso.
"Gueros" sta a significare, con evidente sprezzo di tipo etnico-razziale, una minoranza dal "viso pallido" nel contesto di una comunità dai tratti somatici scuri. Un pò l'opposto, almeno dal punto di vista strettamente cromatico, di quell'odioso termine "negro" che ha sempre contraddistinto la razza nera, spesso sottomessa a quella bianca.
Qui però siamo in Messico, dove il vivace adolescente Tomas viene spedito fuori di casa dalla madre, già troppo presa ad occuparsi del fratello neonato piuttosto irascibile pure lui. Il ragazzo pertanto viene inviato nella capitale, Città del Messico, presso l'appartamento in cui vive il fratello studente, da questi condiviso assieme ad un coetaneo, universitario pure lui, stessa latente voglia di studiare, stessa propensione a volare alto occupandosi di organizzare proteste studentesche e battaglie a favore delle libertà in pericolo, oltre che a scroccare cibo ed elettricità ai vicini per mezzo di una figlia disabile ma compiacente.
L'arrivo del fratello riavvicina i due, e quando il giovane gli mette alle orecchie la vecchia musica di un cantautore di nome Epigmenio Cruz, ora sconosciuto, ma un tempo noto per aver fatto commuovere addirittura Bob Dylan col suo pezzo più noto, venuti a sapere da un trafiletto di quotidiano che lo stesso versa in condizioni critiche presso un ospedale cittadino, i tre scansafatiche decidono di mettersi in macchina per andare ad omaggiarlo, temendo che possa lasciarli moltop resto.
Il viaggio costituirà la classica occasione per imparare qualcosa della vita, per apprezzare ciò che si è e cercare di capire ciò a cui si sta andando incontro.
Un film simpaticamente e smaliziatamente "on the road", ove i temi seri sono solo uno sfondo di personaggi spaesati ed evanescenti, ma a loro modo piuttosto affascionanti.
Il regista Alonso Ruizpalacios, alla sua seconda prova registica, ci sorprende, o meglio ci ammalia con una fotografia in bianco e nero in grado di rendere tutto più suadente e autoriale, di accentuare le differenze cromatiche di due fratelli così diversi anche carattrialmente, ma in fondo così legati uno con l'altro, ognuno forte della propria innata e quali ostentata indolenza e propensione all'ottimismo.
Il viaggio alla ricerca del cantante scomparso, diverrà qualcosa di molto più formativo che non il ritrovamento del mitico cantante, sorpresa che, come tutte le cose sin troppo attese, si rivelerà un incontro molto più mesto ed insignificante di quanto si sarebbe mai potuto pensare.
Il film, gradevole, leggero, un pò ruffiano, ma piacevole, trova nei suoi interpreti (i tre ragazzi più una giovane "pasionaria" dei moti studenteschi, antica fiamma del fratello di Tomas) la vera risorsa su cui puntare oltre che nella scaltra e ben giostrata disinvoltura tecnica del regista, i mezzi adeguati necessari per tirar fuori un prodotto che sa ritagliarsi la sua simpatia tra il pubblico, compiacendolo ma in modo intelligente e con una certa pregievole grazia cinefila.
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