Regia di John Flynn vedi scheda film
Non un capolavoro, neanche un grande film. Tutto già visto (da me, ah ah) e rivisto. Ma Stallone valse il prezzo del biglietto e vale ancora il suo ghigno da duro che tante volte, come in Rocky, lo ha preso in culo. Mito!
Ebbene oggi ci fionderemo indietro nel tempo, più precisamente sul finire degli anni ottanta, brevemente, speriamo altresì esaustivamente, disaminandovi Sorvegliato speciale (Lock Up).
Diretto da John Flynn (Brainscan - Il gioco della morte) e interpretato, in un granitico e mastodontico tour de force e one man show assoluto, da un Sylvester Stallone in gran forma sia fisica che attoriale, Sorvegliato speciale è un film dell’adrenalinica e robusta, muscolosa in senso tout-court, durata di centoquindici minuti netti, probabilmente alle nuove generazioni misconosciuto. In questi termini, infatti, potrà apparirvi questo titolo se appartenete a un’epoca disgiunta mnemonicamente dall’89, anno esatto in cui questa pellicola debuttò nelle sale mondiali. In seguito al recentissimo successo, a nostro avviso assai meritato, della serie tv Tulsa King che ha visto Sly primeggiare e giganteggiare di gran “comeback”, così come direbbero gli americani, cioè di smagliante ritorno sulla scena, qual occasione migliore per rispolverare Sorvegliato speciale?
Un film, giustappunto, un po’ ingiustamente dimenticato e perfino dagli aficionados più incalliti di Stallone accantonato e financo snobbato. Di certo, sia chiaro, non un capolavoro eppur a ben vedere e rivederlo, un film che incassò abbastanza e che, al di là del suo canovaccio rozzo e dozzinale, aggiungiamo, inoltre, convenzionalmente in linea con la tipologia classica dei film à la Stallone di allora, tralasciandone i molti aspetti difettosi e i suoi limiti evidenti da “banale” prodotto di consumo, di contraltare, si distingue per la sua autentica durezza e per molte scene girate egregiamente e suscitanti, onestamente, momenti davvero commoventi.
Da una buona sceneggiatura firmata dal terzetto composto da Henry Rosenbaum, Richard Smith & Jeb Stuart, autori anche del soggetto originale, di Sorvegliato speciale, sottostante, trascriveremo testualmente, per semplice convenienza, la trama che appare su Google, in quanto ci pare tanto pertinente quanto estremamente sintetica, non necessitante d’aggiunte superflue a rischio spoiler. Ci limiteremo sol ad apporne i nomi dei rispettivi interpreti, relativi ai propri personaggi incarnati, fra parentesi:
«Il quarantenne Frank Leone (Stallone), detenuto modello appena tornato da una licenza premio trascorsa con la fidanzata Melissa (la compianta e qui molto bella Darlanne Fluegel, C’era una volta in America), è ormai prossimo alla scarcerazione definitiva, quando viene prelevato di notte dalla sua cella e trasferito in un’altra prigione, assai più dura e diretta dallo spietato Warden Drumgoole (Donald Sutherland). Costui lo odia e fa di tutto per rendergli la vita impossibile».
Compatto, tosto ed emozionante eppur disorganico nella sua amalgama spesso troppo retorica e melodrammatica, però con uno Stallone, ribadiamo, perfettamente calatosi nel ruolo con enorme e sentito vigore, Sorvegliato speciale non brilla certamente per originalità poiché è abbondantemente ripieno, fin alla nausea, d’abusati ed insopportabili, triti e ritriti luoghi comuni da Cinema carcerario di serie vagamente b.
Ma, nella sua complessità, funziona e non raramente tocca sensibili corde emotive che spezzano il cuore. Merito, innanzitutto d’un grintoso Stallone, della musica di Bill Conti (Rocky), d’un cast di contorno di prima scelta ove, se il character di Sutherland è tagliato con l’accetta e poco credibile, gli altri attori e comprimari, fra cui Tom Sizemore, John Amos, Larry Romano, Jordan Lund e Frank McRae, sono psicologicamente ben delineati e molto adatti per le parti lor assegnate.
Azzeccate inoltre le claustrofobiche e tetre scenografie di Bill Kenney.
Sorvegliato speciale, un film forse non indimenticabile ma appassionante, un film che merita più d’una visione e, col passare del tempo, ha acquisito maggiore valore, meritandosi inoltre un posto d’onore nella carriera del grande e indomabile, sempiterno Stallone.
di Stefano Falotico
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