NIGHT FLIGHT conclude il mini-ciclo che il festival TGLFF di Torino (da questa edizione conosciuto anche come "L'altro festival") quest'anno dedica all'interessante e dotato regista sudcoreano Lesong Hee-Il, dopo la trilogia di due corti e del bellissimo White Night vista il giorno prima. Ancora omosessualita', ma la tematica odierna punta il dito sulla scottante problematica del bullismo e della discriminazione nelle scuole, che coinvolge e rende vittima ragazzi omosessuali o anche semplicemente tutti coloro che, per svariate ragioni, non sembrano facilmente omologabili agli standard comportamentali in voga presso la arrogante gioventu' odierna. Tre ragazzi incrociano le proprie esistenze, caratteri, ed istinti di sopravvivenza all'interno di un istituto in cui i professori sono degli automi o dei mostri di insensibilita' che servono solo ad alimentare contrasti e la caccia alle streghe su chi e' diverso e non intende o non puo' omologarsi a standard comportamentali giudicati conformi.
La storia d'amore impossibile tra Yong-ju, consapevole della propria diversita', ed il duro capobranco Gi-woong, risale ai tempi della puberta' e si snoda e chiarifica dopo un calvario di vicissitudini e violenze, soprusi e cattiverie gratuite che hanno come luogo di incontro, intervallo e riflessione, un vecchio locale in disarmo, il Night Flight appunto, dove la passione ed il tempo per pensare con la propria mente libera da convenzioni e pregiudizi, portera' a riavvicinare due ex- amici allontanati dal ruolo che la societa' ha finito per affibire ad ognuno di loro. Forte di una regia potente che esalta le situazioni in movimento con inquadrature davvero efficaci e visivamente molto dirompenti, nonche' fotografato con perizia e cura per l'effetto poetico che esalta il contrasto tra il cemento di una urbanizzazione senza scrupoli e una natura che riesce ancora a restare protagonista di attimi intensi di fascinazione, Night Flight ci viene presentato nella versione lunga (forse sin troppo) presentata all'ultima Berlinale. Resta un film intenso, sanguigno ed affascinante che urta e disorienta con la forza e la prepotenza delle sue immagini che vanno di pari passo con l'esuberante violenza di una classe giovanile senza scrupoli ne' alcuna parvenza di umanita'. Non bello ne' riuscito come l'asciutto, conciso ed affascinante White Night, questo film, efficacemente accompagnato da una colonna sonora coinvolgente a cura del musicista dall'italiano Altamura (presente in sala e doverosamente omaggiato), tuttavia conferma le potenti doti registiche di Leesong Hee-Il, un regista che di certo non scorderemo. voto ***1/2
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