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Another Year

Regia di Oksana Bychkova vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Another Year

di alan smithee
6 stelle

Cronache da un matrimonio: l'ottimismo e l'ebbrezza dell'inizio si spengono poco per volta quando problemi ed incomprensioni mettono a nudo chi siamo veramente e misurano incompatibilità precedentemente nemmeno immaginate. Un efficace, incisivo ritratto di vita di coppia nella Russia di oggi, afflitta dagli stessi dilemmi delle società occidentali.

Scandito con date che percorrono come capitoli un intero anno, da un capodanno al successivo, il film della realizzatrice russa Oksana Bychkova studia l’ordinarietà di un rapporto di coppia prendendo spunto da due freschi sposi: due giovani inizialmente galvanizzati dalle prospettive di una vita assieme, che li aiuta, almeno inizialmente, a sorvolare su problematiche nemmeno troppo essenziali: se la ragazza è appena entrata a far parte dello staff di una redazione, ove collabora in veste di grafica, il marito in realtà è disoccupato, e si arrangia come può in qualità di tassista abusivo, arrivando anche a rischiare per la propria incolumità.

Ecco che, dopo l’entusiasmo dell’inizio, alcune piaghe iniziano ad intralciare il buon corso di una vita coniugale che fa di tutto per apparire spensierata e volta all’ottimismo: La donna frequenta i colleghi e vorrebbe che pure il marito prendesse parte alle feste a cui è invitata: lui rifugge ambienti in cui non si sente a proprio agio e pretende che la moglie resti con lui, adottando atteggiamenti scostanti e talvolta ricattatori.

Basterà qualche stress in più per far precipitare tutto in pochi mesi: la facilità con cui la pratica burocratica regola anche in Russia le procedure di separazione, non fa che agevolare la separazione dei due, che tuttavia iniziano a capire solo allora quanto erano importanti l’uno per l’altro.

Another Year misura già dal titolo un perimetro già quasi impossibile da raggiungere, lungo un percorso ad ostacoli che è quello della vita, dello stress che ci conduce avanti e ci rende talvolta impossibile misurarci con il resto del mondo, anche con chi intimamente più ci pare congeniale.

Evitando toni enfatici, inutili accenni melodrammatici, ma anzi attenta a rendere con cocciuto realismo la mera quotidianità di una vita routinaria che cerca rifugio ogni sera in una ambiente familiare complice e rassicurante, il piccolo film della Bychkova risulta un ritratto pertinente e per nulla edulcorato di una realtà universale, adattata ai climi freddi della metropoli spesso grigia ed innevata della città russa.

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