Regia di Wim Wenders, Michael Glawogger, Michael Madsen (II), Robert Redford, Margreth Olin, Karim Ainouz vedi scheda film
LE CATTEDRALI DELLA CULTURA
IL NUOVO FILM 3D
di WIM WENDERS
“Gli uomini muoiono perché non sanno ricongiungere il principio con la fine”.
Alcmeone di Crotone
Questa massima, ricca di suggestioni, apre uno dei capitoli, in una visione esclusiva tra le mura di sei edifici chiave più o meno attraenti, della storia umana, esplorati nella loro intimità, come fossero anime di persone.
Ritratti da Wim Wenders, Michael Glawogger, Michael Madsen, Robert Redford, Margreth Olin, Karim Aïnouz sono: la Filarmonica di Berlino, la Biblioteca Nazionale Russa, il Carcere di Halden, il Salk Institute, il Palazzo dell’Opera di Oslo e il Centre Pompidou.
Nasce così da un’idea di Wim Wenders, Cattedrali della Cultura 3D, che arriva al cinema solo per un giorno martedì 21 aprile, distribuito da Nexo Digital e I Wonder Pictures in collaborazione con Sky 3D, Sky Arte HD e Unipol Biografilm Collection.
Se potessero parlare che cosa ci racconterebbero questi spazi, sospesi tra utopia, memoria, creatività e bellezza?
IL CARCERE DI HALDEN
Regia di Michael Madsen
Sorprendenti effetti in 3d animano il sublime carcere di Halden in Norvegia, ideato dallo studio di architetti danese EMA, come fosse un’opera d’arte. Più simile a un museo, a un centro di sviluppo personale, o forse a una Spa di lusso, in un ambiente immerso in una natura rigogliosa, ma architettonicamente totalmente asettico che aiuta a sviluppare la creatività, ben lontano dall’idea devastante e annichilente di carcere che si ha di solito, Halden lascia esterrefatti per la purezza di linee, la funzionalità e la poesia di realizzazione.
Ogni cella è dotata di televisione, frigorifero e finestre prive di sbarre per permettere un maggiore afflusso di luce. Oltre alle cucine, i detenuti hanno a disposizione spazi comuni per attività fisiche, creative tra cui corsi di cucina e di musica, oltre a un percorso per lo joggin e l’arrampicata.
Metà delle guardie carcerarie sono donne e tipicamente non armate. Questo perché le pistole "[creano] intimidazione non necessaria e distanza sociale". Ai detenuti sono poi somministrati questionari su come pensano sia possibile migliorare la propria esperienza detentiva.
Il direttore dell'istituto di detenzione Are Høidal afferma: "Il sistema detentivo norvegese è focalizzato sui diritti umani e il rispetto. A noi non sembra una cosa così insolita." Grande esempio di civiltà, che sfocia nell’avere solo il 20% dei detenuti in Norvegia arrestati nuovamente nei 2 anni successivi alla scarcerazione (confrontato con il 50%/60% in UK e USA). Fa riflettere.
LA BIBLIOTECA NAZIONALE RUSSA
Regia di Michael Glawogger
« Un giorno sulla prospettiva Nevskij
per caso vi incontrai Igor Stravinsky. »
Franco Battiato, Prospettiva Nevskij
Nei 30 minuti sulla Biblioteca nazionale russa di San Pietroburgo,che sorgesulla prospettiva Nevskij, inaugurata nel 1814 e progettata da Yegor Sokolov, è come se i testi prescelti, narrassero se stessi con citazioni che spaziano dalle confessioni di Sant’Agostino a Fëdor Dostoevskij, nella magia di una letteratura che fonde arte e vita. Esse fanno vivere i libri come se fossero abitanti di questo spazio antico e vissuto, gestito da personale solo femminile, in un gineceo di amore e custodia, narrato da Glawogger.
LA FILARMONICA DI BERLINO
Regia di Wim Wenders
Agli inizi degli anni Sessanta fu creata la Filarmonica di Berlino di Hans Scharoun, con un’idea di bello a dir poco “tedesca”. Nel cuore del centro culturale di Berlino, Potsdamer Platz, la Filarmonica rappresenta una spettacolare icona di efficienza musicale, seppur di architettura non proprio attraente. Merito di Scharoun è la reinvenzione del palco, osando posizionarlo al centro dell’auditorium. “Jeux” di Debussy fa da colonna sonora al film di Wenders.
IL SALK INSTITUTE
Regia di Robert Redford
Nel 1959, il famoso virologo Jonas Salk chiese all’architetto Louis Kahn di progettare il suo sogno di un nuovo tipo di istituto di ricerca. Egli immaginava un “monastero” sulla costa californiana che permettesse agli scienziati di lavorare in sintonia con la natura senza distrazioni del mondo moderno: un’idea geniale, ma mal realizzata, soprattutto dal punto di vista estetico!
Il Salk Institute di Robert Redford racconta l’ultimo progetto di Kahn, un posto splendido, incastonato in una natura amena, ma con un’architettura che lascia perplessi sul raffronto tra dio e uomo, il quale spesso e ahimè, non è a livello della creazione divina.
L’OPERA HOUSE DI OSLO
Regia di Margareth Olin
Realizzato dallo studio Snøhett, in simbiosi unica tra arte e vita, il Teatro dell’Opera di Oslo, sede della compagnia dell’opera e del balletto norvegese, emerge dal fiordo, attraendo visitatori con il suo apparentemente infinito tetto di marmo e i suoi raffinati interni. Il design mozzafiato dell’edificio fonde in un unicum interno ed esterno in un mix di relax, natura e cultura.
L’Opera House di Oslo della bravissima Margareth Olin documenta le migliaia di piedi che ogni giorno attraversano il tetto bianco come la neve e le centinaia di professionisti al di sotto del tetto – gli artisti e il personale – che cercano di dare un senso alla vita nella creatività e si accostano a un commovente balletto, eleganti costumi e prove infinite verso la perfezione.
IL CENTRE POMPIDOU
Regia di Karim Aïnouz
Il Centre Pompidou, realizzato da Renzo Piano e Richard Rogers nel 1977, è sia stato oggetto di numerose polemiche fin dalla sua nascita dividendosi tra una giocosa utopia e un’architettura futurista o mostruosa. Esso offre un’ampia scelta di cultura a una vastissima gamma di visitatori, includendo gallerie d’arte, archivi, biblioteche, luoghi d’intrattenimento, cinema, ristorante e una piattaforma panoramica mozzafiato sui tetti di Parigi.
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